L’avvocato Carlo Taormina ha deciso di presentarsi in tribunale con una colletta dei familiari dei neofascisti Roberto Fiore e Giuliano Castellino per i danni inflitti durante l’assalto alla Cgil dello scorso 9 ottobre. I computer, le sedie rotte, le finestre spaccate alla sede nazionale del sindacato, per l’avvocato non bastano a giustificare le accuse di devastazione per l’irruzione guidata dai leader di Forza Nuova, per Taormina i giudici dovrebbero tanto per cominciare concedere agli imputati gli arresti domiciliari apprezzando la buona volontà della colletta.

Le parti civili

Oltre al sindacato, ha chiesto di costituirsi parte civile anche l’Associazione nazionale partigiani d’Italia (Anpi): «Domani in aula discuteremo della costituzione di parte civile dell’Anpi e della Cgil e poi discuteremo dell’ammissione delle prove sulla base di quella che sarà la decisione del tribunale. Poi sarà la volta dei testimoni».

Taormina ha detto all’AdnKronos: «Vedremo se ci sono le condizioni perché dopo oltre sei mesi di custodia cautelare per tutti questi imputati in carcere ci siano le condizioni per la modifica delle misure con i domiciliari». 
Finora i domiciliari, ha ricordato, sono stati concessi a Pamela Testa, anche lei militante di Forza Nuova: «La motivazione fa riferimento a esigenze cautelari attenuate, questo ci fa pensare che possa essere messo ordine al sacrificio della libertà personale di molti che non hanno nemmeno fatto ingresso nella sede della Cgil».

Il discorso è poi passato ai danni inflitti. Alla Cgil «sono stati provocati danni per 18mila euro e questa non è la dimensione per avere il delitto di devastazione. Domani andremo in aula con la produzione al Tribunale di un libretto nominativo nel quale è confluita la colletta dei familiari degli imputati che offriamo in risarcimento del danno in favore della Cgil».

L’avvocato spera così di dimostrare la buona volontà degli imputati: «Ci auguriamo sia un gesto di riequilibratura tra imputati e Cgil ma anche una novità che il Tribunale possa apprezzare dal punto di vista dell’attenuazione della custodia cautelare con la concessione degli arresti domiciliari».

L’assalto

La storia dell’assalto si trova in foto e video, e indipendentemente da come i giudici definiranno quello che è successo, tutto è stato documentato: «Oggi noi andiamo ad assediare la Cgil» ha detto Giuliano Castellino dal palco della manifestazione no green pass. Il corteo, alle 17 si è diviso. Una parte verso via del Babuino e via del Corso e un’altra, come annunciato, si dirigeva verso la sede del sindacato.

Alle 17:27 Castellino e Fiore, ha ricostruito la procura, provavano a staccare il cancelletto per accedere alla sede della Cgil. Prima l’avvertimento alla polizia: «Portateci da Landini – il segretario della Cgil – o lo andiamo a prendere noi». Davanti alla porta, con i blindati schierati sui lati (e non davanti) alla sede del sindacato Castellino intima a un funzionario: «Lasciatece passa’ dovemo entra’». E un gruppo, Fiore incluso, è entrato. Poi «accanimento» sugli arredi e gli oggetti presenti negli uffici si legge ancora. Adesso dovranno esprimersi i giudici a cui sarà presentata la colletta.

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