Nove paesi europei, tra cui l’Italia, hanno sospeso del tutto o in parte la somministrazione del vaccino anti Covid-19 prodotto da AstraZeneca in seguito alla scoperta di alcuni casi sospetti di trombosi e di diversi decessi tra persone che erano state da poco vaccinate.

I casi

Per il momento non ci sono prove di collegamenti tra le morti e la somministrazione del vaccino. La trombosi, la formazione di coaguli di sangue in grado di bloccare la circolazione, non rientra tra gli effetti collaterali conosciuti del vaccino AstraZeneca.

«I benefici del vaccino continuano a superare i suoi rischi – ha scritto ieri l’autorità farmaceutica europea Ema in un comunicato – il vaccino può continuare a essere somministrato mentre sono in corso le indagini sui casi di eventi tromboembolici».

Secondo l’Ema, che sta monitorando le reazioni avverse al vaccino in tutta Europa, fino a ieri sono stati segnalati in tutto 30 casi di trombosi tra i circa 5 milioni di persone vaccinate con AstraZeneca nell’Unione europea e nell’Area economica europea (che include anche Islanda e Norvegia). Si tratta di un numero «non superiore a quello riscontrato nella popolazione generale» in situazioni normali.

Anche le autorità mediche indipendenti del Regno Unito, un paese dove sono state distribuite 11 milioni di dosi di vaccino AstraZeneca, hanno confermato che i casi di trombosi nel paese non sono superiori a una situazione di normalità.

Lo stesso messaggio è stato riferito in una telefonata dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi. «Non c’è alcuna evidenza di un nesso tra i casi di trombosi registrati in Europa e la somministrazione del vaccini», ha detto von der Leyen.

Le sospensioni

Nonostante queste rassicurazioni diversi paesi hanno deciso di sospendere la somministrazione del vaccino. Si tratta di Austria, Lussemburgo, Estonia, Lettonia, Lituania, Danimarca, Norvegia, Islanda e Italia.

Secondo le autorità danesi, tra le prime a comunicare la sospensione, nel paese sono stati identificati diversi casi di trombosi in persone che avevano da poco ricevuto il vaccino, mentre una donna di 60 anni è morta. Il governo ha quindi deciso di sospendere la somministrazione per due settimane. Anche Norvegia e Islanda hanno approvato simili sospensioni per ragioni di precauzione.

L’agenzia del farmaco italiana Aifa ha deciso di sospendere la somministrazione di un particolare lotto di vaccino AstraZeneca, il lotto ABV2856, che era stato inoculato a due militari morti in Sicilia nei giorni scorsi (in uno dei due casi il ruolo del vaccino nel decesso è stato escluso dall’autopsia). Aifa ha comunque specificato che «al momento non è stato stabilito alcun nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino e tali eventi», una precisazione che è stata fatta da tutte le autorità sanitarie che hanno sospeso la distribuzione.

Lunedì era stata l’Austria a sospendere l’utilizzo del vaccino, dopo che una donna di 45 anni era morta a seguito di un coagulo nel sangue alcuni giorni dopo essere stata vaccinata. Le autorità austriache hanno individuato in tutto tre casi di trombosi in persone che avevano ricevuto il vaccino AstraZeneca.

Il lotto di vaccini ricevuto dall’Austria (lotto ABV5300) consisteva in un milione di dosi ed è stato inviato in 17 paesi, cinque dei quali hanno deciso di sospenderne la distribuzione in via cautelativa. Si tratta di Austria, Lussemburgo, Estonia, Lettonia e Lituania. Le autorità francesi, invece, hanno escluso la possibilità di fermare la somministrazione del vaccino.

L’azienda

In un comunicato AstraZeneca ha ribadito che il suo vaccino ha superato tutti i test a cui è stato sottoposto da numerose autorità farmaceutiche in tutto il mondo e che nonostante decine di milioni di persone lo abbiano già ricevuto, fino a oggi non è stato riportato nessun caso di gravi effetti collaterali.

AstraZeneca è una multinazionale anglo-svedese ed è stata tra le prime a sviluppare un vaccino efficace contro il Covid-19. Tra quelli già approvati, però, il suo prodotto è uno di quelli che hanno avuto le maggiori difficoltà, il che può aver contribuito a quello che un esperto di malattie infettive britannico ha definito l’atteggiamento di «estrema cautela» adottato dalle autorità europee in questi giorni.

Lo scorso novembre, ad esempio, i primi dati sull’efficacia del vaccino erano stati criticati perché mettevano insieme due diversi gruppi di studio, uno su cui la vaccinazione aveva avuto un’efficacia del 63 per cento e l’altro su cui aveva un’efficacia del 90 per cento, così da arrivare a un’efficacia complessiva del 70 per cento (i due risultati avrebbero invece dovuto essere tenuti separati). Nessuno degli incidenti di percorso avuti dal vaccino AstraZeneca si è rivelato particolarmente serio.

La società si è invece scontrata duramente con la Commissione europea e diversi stati membri a causa dei tagli e dei ritardi nelle consegne di vaccini destinati all’Unione europea. Un altro fattore che può spiegare l’estrema prudenza di quei paesi che hanno deciso di sospenderne la distribuzione.

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