L'agenzia europea per i medicinali ha emesso un comunicato che ha dichiarato la fine della distribuzione del vaccino AstraZeneca: non è più autorizzato all'uso ed è stato ritirato in tutto il mondo. I vertici di AstraZeneca, l’azienda farmaceutica britannico-svedese, hanno affermato che la decisione è stata presa perché «ora è disponibile una varietà di vaccini più recenti che sono stati adattati per colpire le varianti di Covid-19». L'annuncio è la conseguenza della decisione della società farmaceutica dello scorso marzo di ritirare volontariamente anche l'approvazione alla commercializzazione del vaccino negli Stati membri dell'Unione Europea.

I precedenti: AstraZeneca in tribunale

Le informazioni sul vaccino AstraZeneca erano state aggiornate nell’aprile 2021, con l’autorizzazione dell’agenzia regolatrice britannica dei farmaci, la Medicine and Healthcare products Regulatory Agency (Mhra) per somministrarlo ugualmente; includendo la possibilità che, in casi molto rari, fosse in grado di innescare una trombosi con sindrome trombocitopenica.

Le morti da effetti collaterali erano poi giunte in tribunale: almeno 81 cittadine e cittadini del Regno Unito erano infatti deceduti per coaguli del sangue che sembravano essere collegati al vaccino. A fronte dei decessi, alcune decine di famiglie avevano fatto causa alla casa farmaceutica, sostenendo che i propri parenti avessero perso la vita e sofferto di gravi disturbi a causa del vaccino; chiedendo risarcimenti per un totale di 100 milioni di sterline.

Al processo di Londra, i legali di AstraZeneca, avevano ammesso che lo sviluppo di quelle patologie era effettivamente plausibile. Sempre nel 2021, AstraZeneca, aveva cambiato il nome del suo vaccino Covid in Vaxzevria ed era stato autorizzato per l’utilizzo nei soggetti di età pari o superiore a 18 anni, potendo così essere somministrato sotto forma di due iniezioni a circa tre mesi di distanza. Sebbene il vaccino sia risultato complessivamente sicuro ed efficace, comportava il rischio di un effetto collaterale raro ma assai grave, noto come trombosi con trombocitopenia (Tts).

L'azienda biofarmaceutica AstraZeneca, aveva infatti ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali del suo vaccino contro il Covid-19 poteva essere la Tts, ma all’interno del comunicato di AstraZeneca, si legge anche che «secondo stime indipendenti, solo nel primo anno di utilizzo sono state salvate oltre 6,5 milioni di vite umane e sono state fornite oltre 3 miliardi di dosi a livello globale».

Gli scenari

Il comunicato diffuso da Astrazeneca nella giornata di ieri, si è quindi concentrato sul futuro dei vaccini della casa farmaceutica, annunciando che ne sono stati sviluppati altri «contro le nuove varianti» e con un «surplus di prodotti in commercio, ciò ha provocato un declino della richiesta per Vaxzevria, che in questo momento non è più prodotto o distribuito».

Dunque Astrazeneca ha deciso di ritirarlo, a cominciare dal mercato europeo. L’Ema aveva già ribadito che i benefici offerti dal vaccino, ritenuto sicuro ed efficace, continuavano a superare gli eventuali rischi derivanti dalla sua somministrazione, specialmente se messi a confronto con quelli molto più alti che si affrontano nel caso in cui ci si ammali di Covid-19.

Il professor Andrea Crisanti, microbiologo e senatore del Partito Democratico, ha dichiarato a Domani che questa è la dimostrazione che «a livello internazionale esiste un meccanismo di monitoraggio e controllo. Non è la prima volta che un vaccino viene ritirato sulla base di evidenze cliniche, stiamo assistendo alla bontà del meccanismo di controllo, che verifica la qualità e monitora gli effetti collaterali».

Crisanti rilancia asserendo che il risultato dell’indagine sul vaccino AstraZeneca dimostra «semplicemente che c’è un sistema che funziona»: quando un vaccino viene rilasciato, lo si è testato su «casi limitati», con l’esigenza di contrastare una malattia. I casi dei trial non riportano tutta la complessità della popolazione a livello mondiale: «Soltanto quando si accumulano evidenze su milioni e milioni di casi si può stabilire se effettivamente un vaccino ha o meno effetti collaterali» e in che misura.

Questo, secondo Crisanti, accade sempre, come è accaduto anche per il vaccino del Rotavirus: «Il vaccino distribuito non aveva dato, inizialmente, alcun effetto collaterale. Quando è stato successivamente utilizzato su milioni di bambini si è scoperto che in un caso su un milione causava un problema fatale di ostruzione intestinale» ed è stato, poi, ritirato. Per Crisanti il caso AstraZeneca dimostra che «ci sono delle istituzioni e dei meccanismi che fanno gli interessi delle persone».

Sugli effetti collaterali gravi e potenzialmente mortali, invece, si potrebbe aprire la strada a risarcimenti multimilionari e, nella peggiore delle ipotesi, i cittadini di tutto il mondo potrebbero essere portati a dubitare dell'efficacia degli altri vaccini per contrastare il virus Covid-19; dimenticando quanto questi ultimi abbiano influito positivamente sulla mortalità del virus, sul sovraffollamento ospedaliero e sulle importanti ripercussioni sintomatologiche post trasmissione del virus.

© Riproduzione riservata