Mentre tutti sono concentrati sull’attacco informatico subito dalla regione Lazio, il consiglio regionale si aumenta le pensioni. Nemmeno l’agitazione per un «attacco terroristico», definito «la più grave aggressione informatica mai avvenuta sul territorio nazionale» dallo stesso presidente Nicola Zingaretti, ha impedito ai consiglieri di maggioranza (Partito democratico e Movimento 5 stelle) di votare a favore di un provvedimento che dà più soldi ai politici.

Già martedì i consiglieri che sostengono la giunta avevano approvato un discusso emendamento che prevede l’aumento dello stanziamento dei fondi culturali di 3,5 milioni di euro per Laziocrea, la società della regione che si occupa del suo apparato digitale che nella notte del 31 luglio ha subito l’aggressione digitale da parte degli hacker. Insomma, i dati di centinaia di migliaia di persone, tra cui anche quelli dei vertici istituzionali del paese, sono finiti nelle mani dei criminali e i disservizi ai danni dei cittadini ancora non sono totalmente risolti, ma gli eletti tra le fila della maggioranza che sostiene la giunta Zingaretti hanno trovato il tempo di aumentare l’assegno pensionistico.

Un passo indietro

L’emendamento D17/3 è stato presentato mercoledì dal consigliere del Pd e vicepresidente della giunta Daniele Leodori. È stato messo al voto in assemblea poco prima della fine dei lavori, alle 19.30, dopo otto ore ininterrotte di riunione.

Un argomento, dicono fonti della maggioranza, di cui non si era discusso e che non era passato prima in commissione per un dibattito preliminare: «Per chi non conosceva questa materia, è stato come votare un emendamento al buio. Con il sito della regione fuori uso, chi voleva non aveva modo di informarsi. Si potrebbe pensare a una mossa in malafede».

A sorprendere non è solo il voto su un aumento delle pensioni in giornate così delicate per la regione Lazio, alle prese con l’intrusione informatica, ma anche il voto favorevole del Movimento 5 stelle, che ha tra i suoi principi fondativi il taglio dei privilegi e dei costi della politica. «Quando arriveremo alla regione Lazio, se i cittadini del Lazio decideranno di affidarci il governo della regione noi i vitalizi li tagliamo, anzi li aboliamo. Poi sento parlare di ricorsi, di diritti acquisiti: io intanto ve li taglio, poi fate ricorso», affermava durante la campagna elettorale del 2018 Roberta Lombardi, ex deputata M5s e candidata alla presidenza della regione Lazio, che ora siede in consiglio regionale e da marzo 2021 è nella giunta di Zingaretti come assessore alla Transizione ecologica e trasformazione digitale. Era un emendamento di giunta, ed è difficile che l’assessore Lombardi non lo sapesse.

«Ritengo scandaloso che alle 19.27 la giunta tiri fuori un emendamento economico del genere, specialmente quest’anno con la crisi economica dovuta all’epidemia, e specialmente con questo attacco informatico drammatico che abbiamo subito», afferma la consigliera regionale Francesca De Vito, consigliera regionale eletta tra le fila del Movimento 5 stelle, molto critica nei confronti della maggioranza e anche del proprio gruppo dopo quello che è accaduto con il voto su questo provvedimento.

Soldi in più

Quella votata è una modifica della legge regionale del 2019 sui vitalizi, allora votata all’unanimità dall’assemblea, che aveva previsto un taglio del 35 per cento delle somme destinate a oltre 250 ex consiglieri, recependo un’indicazione della conferenza stato-regioni per uniformare i sistemi pensionistici degli eletti nelle assemblee regionali.

Questa iniziativa, si stimava, avrebbe portato a un risparmio per le casse della regione Lazio di circa 6,6 milioni di euro. L’allora presidente dell’assemblea, Mario Buschini del Pd, aveva definito due anni fa il voto come «una bella pagina per il consiglio regionale». Ora, però, un passo indietro. E proprio nei giorni in cui la regione è alle prese con l’attacco informatico.

Il provvedimento questa volta non è passato all’unanimità, con le opposizioni che hanno votato contro. «Ci sono due pure coincidenze: il silenzio assoluto e il voto favorevole dei grillini. Ma a voler essere cattivi ne troviamo anche una terza dalle parti del presidente», ha commentato Chiara Colosimo, rappresentante di Fratelli d’Italia in regione.

Con l’emendamento proposto dall’esponente dem, i consiglieri si sono aumentati la pensione «di una franchigia pari al trattamento minimo Inps» per chi percepisce il vitalizio da parlamentare europeo oltre che da eletto in regione: qualche centinaio di euro al mese.

Devid Porrello del Movimento 5 Stelle, anche lui come Leodori vicepresidente del consiglio regionale, ha seguito tutti gli studi tecnici sull’emendamento in prima persona. Spiega a Domani che non ci saranno soldi in più nell’assegno mensile dei consiglieri «che hanno anche un altro trattamento pensionistico, ma verrà tassata al 40 per cento solo la parte eccedente ai 516 euro della seconda pensione: in caso contrario, i consiglieri con doppio vitalizio stati penalizzati e portati a rinunciare a uno dei due». Inoltre, afferma, «non ci saranno spese aggiuntive per la regione, che rimane comunque sotto la soglia prevista dal governo per le pensioni».

Una mossa che comunque in parte cancella il taglio di vitalizi e pensioni disposto due anni fa.

 

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