La ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, e il suo collega francese, Gèrald Darmanin, si sono incontrati al Viminale per fare il punto sulla lotta al terrorismo in Europa. Riferendosi all’attentato avvenuto la settimana scorsa a Nizza in cui l’estremista islamico, Ibrahim Aoussaoui, aveva ucciso tre persone fuori da una chiesa, il ministro dell’Interno francese ha detto di non avere mai pensato «che ci potesse essere qualcosa di difettoso sul piano italiano».

Le parole di Darmanin arrivano dopo le polemiche della settimana scorsa quando i sovranisti italiani avevano accusato Lamorgese di essere responsabile dell’attacco avvenuto a Nizza dopo la notizia che l’autore del gesto era transitato dall’Italia come migrante prima di giungere in Francia. Il leader della Lega, Matteo Salvini, aveva chiesto scusa in un tweet ai francesi per «la responsabilità morale di Lamorgese». Il politico francese ha poi aggiunto: «Di 30 terroristi in Francia. 22 erano francesi e otto stranieri. Non penso che la questione delle frontiere possa portare il terrorismo. Il pericolo jihadista è un fenomeno a volte endogeno, persone non conosciute dai servizi hanno avuto la possibilità di operare. Ringrazio il ministro Lamorgese per la collaborazione. Anche l'attentato in Austria dimostra che è l'Europa che viene attaccata e sono i nostri valori che vengono colpiti».

La discussione tra i due ministri ha riguardato principalmente le misure da adottare sul fronte migratorio e della lotta al terrorismo. Parlando della prossima visita di Darmanin in Tunisia, Lamorgese ha detto che i due ministri si sono trovati d’accordo sulla necessità «di un fronte comune perché gli sbarchi autonomi rendono problematica la gestione dell'immigrazione in un momento reso particolarmente difficile dalla pandemia Covid-19». Lamorgese ha poi aggiunto di ritenere necessario «prevedere, sul tema, una road map a livello europeo per negoziare degli accordi di riammissione con i principali paesi africani che al momento non risultano attivati».

Lamorgese ha, inoltre, detto che «l’Italia e la Francia hanno intensificato i controlli alle frontiere anche con la creazione di brigate miste alle quali le nostre forze di polizia stanno già lavorando e faremo una sperimentazione di 6 mesi. Ci stiamo lavorando da più tempo e cercheremo di renderle operative quanto prima».

Il ministro francese è poi tornato sul tema della revisione del Trattato di Schengen che stabilisce la libera circolazione di merci e persone all’interno della comunità europea. Darmanin ha ripreso l’invito espresso il 5 novembre dal presidente francese, Emmanuel Macron, che aveva chiesto all’Unione europea di rivedere “in profondità” il testo europeo. Secondo Darmanin, il trattato: «È nato in una determinata epoca politica, è un patto che va rivisto. Non si tratta di chiudere la libertà di circolazione, perchè sarebbe sbagliato, ma bisogna riflette sulla questione delle frontiere esterne».

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