Un uomo è steso a terra. Due poliziotti gli puntano la pistola, uno grida alle persone che osservano la scena: «State lontani, ha una bomba, allontanatevi!». È il contenuto del video che riprende i momenti finali di un attentato avvenuto a Manchester di fronte a una sinagoga gremita di fedeli. Il bilancio provvisorio è di due vittime e quattro feriti gravi, fra cui una guardia che si occupava della sicurezza. L’episodio è avvenuto mentre nel Regno Unito, come nel resto del mondo, si diffondono sempre di più le proteste contro l’escalation d’Israele nella Striscia di Gaza.

L’attentato

L’attentatore, ucciso dalla polizia, ha prima investito con un’auto i passanti e poi accoltellato alcuni fedeli radunati davanti alla Heaton Park Hebrew Congregation Synagogue, lungo Middleton Road, nel nord dell’Inghilterra. Luogo di preghiera frequentato da ebrei ortodossi askhenaziti che festeggiavano lo Yom Kippur.

La Greater Manchester Police, durante l’intervento, ha dichiarato «l’allarme Plato», un codice nazionale per i servizi di emergenza in caso di sospetti attacchi terroristici. L’ipotesi terrorismo è stata formalizzata poco dopo dal comandante della polizia della città, Stephen Watson. All’interno della sinagoga era presente «un gran numero di fedeli», dicono gli investigatori, «sono rimasti chiusi dentro fino a che l’area non è tornata sicura». L’attentatore ha cercato anche di fare irruzione nel tempio ma sarebbe stato fermato dall’intervento delle guardie di sicurezza e dei fedeli. L’uomo è stato identificato ma non sono state diffuse le sue generalità.

Poche ore dopo l’attacco, la numero due dell’antiterrorismo britannico, Laurence Taylor, ha fatto sapere che sono state arrestate altre due persone ritenute complici dell’aggressore. In tutte le sinagoghe e i siti ebraici nel paese sono state rafforzate le misure di sicurezza.

La bomba

L’autore dell’attacco è stato fotografato mentre si aggirava appena fuori dalla sinagoga. Nell’immagine si vede un uomo calvo con la barba dalla cui cintura pendono alcuni involucri bianchi. Sul luogo sono intervenuti gli artificieri con un camion per neutralizzare eventuali ordigni. Per tutto il giorno si è parlato di ipotesi bomba, ma in serata gli investigatori hanno reso noto che l’ordigno «non era in grado di funzionare».

Le reazioni

Il primo ministro inglese Keir Starmer ha annunciato il rientro anticipato dal vertice europeo di Copenaghen per seguire da vicino gli sviluppi dell’indagine. Nel pomeriggio ha convocato una riunione speciale del comitato Cobra per le emergenze, una riunione sinonimo di grave crisi e usata per gestire le emergenze nel paese. Durante il summit sono stato formalizzate alcune misure di sicurezza per proteggere la comunità ebraica nel Regno Unito. «Faremo tutto ciò che serve per mantenerla al sicuro», ha dichiarato Starmer.

Sulla questione si è espresso re Carlo III che, in un messaggio firmato anche dalla regina Camilla, si è detto «profondamento scioccato e rattristato» per quanto accaduto. La coppia reale ha sottolineato la gravità di un attacco contro la comunità ebraica «in un giorno tanto significativo» come lo Yom Kippur. «I nostri pensieri e le nostre preghiere sono per coloro che sono stati coinvolti in questo orribile episodio», hanno concluso.

Nel pomeriggio è arrivata anche la condanna del British muslim trust, un’organizzazione islamica britannica che monitora gli episodi di islamofobia nel Regno. Il direttore, Akeela Ahmed, ha definito l’attentato «ripugnante e totalmente abominevole», offrendo il sostegno dell’associazione alla sinagoga attaccata. «Viviamo in tempi inquietanti in cui tutte le comunità devono rimanere vigili» ha concluso.

Nella serata anche il governo israeliano ha commentato l’accaduto. Il presidente Benjamin Netanyahu in una nota ha detto che «la debolezza di fronte al terrorismo porta solo altro terrorismo. Solo la forza e l’unità possono sconfiggerlo». Più duro, su X, il pensiero del ministro degli Esteri, Gideon Sa’ar: «Le autorità non sono riuscite a prendere le misure necessarie per arginare questa ondata tossica di antisemitismo e hanno di fatto permesso che persistesse». Ha concluso affermando che «l’incitamento dilagante all’anti-israelianismo è diventato un fenomeno diffuso nelle strade di Londra». Anche la premier italiana, Giorgia Meloni, ha espresso il proprio cordoglio sottolineando che «l’antisemitismo non può avere e non avrà spazio alcuno in Europa».

Il ricordo al 2017

Non è la prima volta che nel Regno Unito si verificano attentati terroristici. Oltre agli attacchi agli autobus e alle metropolitane di Londra nel 2005, uno dei più gravi è avvenuto otto anni fa alla Manchester Arena durante un concerto di Ariana Grande. Era il 2017 e un uomo si è fatto esplodere uccidendo 22 persone, tra cui alcuni bambini, e ferendo 800 persone. Il terrorista, Salman Abbedi, era un cittadino britannico di 22 anni, figlio di immigrati libici e affiliato all’Isis.

Era già conosciuto dalle forze di sicurezza britanniche ma su di lui non era in corso alcuna indagine, perché il suo profilo non era considerato ad alto rischio. Il caso aveva sollevato molte polemiche nel Regno Unito e un’inchiesta durata tre anni dimostrò che i servizi segreti britannici avrebbero potuto sventare l’attacco.

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