Il trasferimento del portiere Emil Audero dalla Sampdoria alla Juventus è stato fra i più chiacchierati degli anni recenti.

Avvenuto dapprima con la formula del prestito nell’estate 2018, per essere trasformato in cessione definitiva nell’inverno 2019, il passaggio del portiere adesso in forza all’Inter ha richiamato l’attenzione per diversi motivi.

Innanzitutto per la cifra ufficialmente impegnata dal club genovese, ben 20 milioni di euro, che segna il record della società blucerchiata per l’acquisizione di un calciatore. Ma anche perché quel trasferimento è stato inserito nel giro delle plusvalenze incrociate juventine, su cui hanno puntato i riflettori la procura della repubblica di Torino e quella della Figc.

E in ultimo, come scoperto da Domani grazie a una serie di dati visionati in esclusiva, c’è la massiccia commissione pattuita fra la Sampdoria e l’agenzia GG11 dei fratelli Gabriele e Valerio Giuffrida: 750mila euro. Una somma che, come riferiscono dall’agenzia, non sarebbe stata incassata al pari di altri crediti maturati verso la Samp negli anni recenti dalla GG11, che specie durante il periodo della presidenza di Massimo Ferrero ha avuto un rapporto molto stretto con la società doriana.

I dati che mancano

Dal 2015, anno per anno, vengono pubblicate le cifre complessive delle spese affrontate dalle società di calcio per commissioni e intermediazioni pagate agli agenti. Si tratta di un’incombenza cui le società professionistiche dei campionati europei devono attenersi per ragioni di trasparenza.

Ciò ha consentito di conoscere buona parte di questo mercato, che per costi vede le società della nostra Serie A nel gruppo di testa delle leghe europee, dietro all’irraggiungibile Premier League.

L’andamento annuo dimostra infatti che la spesa alla voce “agenti” non conosce recessione. E tuttavia a quell’operazione-trasparenza manca un pezzo e nemmeno marginale: l’indicazione esatta della cifra pattuita fra i club e gli agenti sulla singola transazione.

Dal sito della Figc come da quello di ogni altra federazione nazionale vengono pubblicate soltanto due classi di informazioni: il totale speso da ciascun club per commissioni e intermediazioni durante l’anno solare (1°gennaio-31 dicembre), e l’analitico delle operazioni effettuate da ciascuna società con singoli agenti o agenzie ma senza che venga indicata la cifra pattuita.

Domani è in grado di colmare questa lacuna e lo farà in una serie di articoli che mettono a fuoco i casi più eclatanti in termini di cifre e di rapporti privilegiati fra agenti/agenzie e singole società calcistiche. E nella categoria dei rapporti privilegiati rientra quello fra la Sampdoria e la GG11. Agenzia che invero ha ottime relazioni con tutte le società del calcio italiano, ma che con quella blucerchiata ha intrecciato una fitta partnership.

Fiducia

«Sì, c’era Antonio Romei che era l’amministratore della Samp e si fidava molto di noi. Così come si fidava di noi Fabio. Paratici».

Il nome dell’allora dirigente juventino, responsabile dell’area tecnica bianconera e esperto di plusvalenze salta fuori a proposito. Perché il discorso punta immediatamente sull’operazione annotata per la cifra più elevata: l’intermediazione per il trasferimento di Audero. Di cui fra l’altro la GG11 non è l’agenzia di riferimento, poiché il calciatore è assistito dalla TMP Soccer di Tullio Tinti. Questi, interpellato via WhatsApp, risponde da un luogo di vacanze di non essere al corrente di un’intermediazione da parte di GG11.

Dunque l’agenzia dei fratelli Giuffrida è entrata nella trattativa su mandato della Sampdoria, in coerenza con un meccanismo che ormai è prassi nel mondo del calcio: se due società devono trattare il trasferimento di un calciatore, si rivolgono a un intermediario perché evidentemente fra loro non sono capaci di venirne a capo.

Per motivi che soltanto loro possono conoscere. Da qui la decisione della Samp di affidarsi a GG11 per intermediare l’acquisizione definitiva di Audero. E per questa intermediazione la società blucerchiata ha pattuito un costo di 750mila euro.

«Sono tutte operazioni molto trasparenti», precisa l’avvocato Antonio Romei, interpellato da Domani dopo essere stato menzionato da Gabriele Giuffrida, «basate su mandati ufficiali. In cosa consisteva l’intermediazione? Nel fare l’operazione. Dall’esterno può sembrare strano, ma il mercato del calcio funziona così. Operazioni costose? Quello dei costi delle intermediazioni è un problema per i club, perché sicuramente sono molto elevati».

Che i costi siano elevati è fuor di dubbio e a conferma giungono le cifre fissate per le altre transazioni, per quanto in molti casi si tratti di somme condizionate al maturare di alcune circostanze. Fra le altre spiccano i 550mila euro per diverse operazioni condotte sul difensore tedesco Julian Chabot (che trascorre più tempo in prestito allo Spezia di quanto ne passi alla Samp), 350mila euro per il centrocampista polacco Karol Linetty, 400mila euro per il giovane argentino Gonzalo Maroni, che nella storia della Samp è una meteora.

Come spiega Gabriele Giuffrida, Maroni dovrebbe arrivare con la formula del trasferimento in via definitiva e dietro esborso di una cifra molto elevata, ma poi con la dirigenza doriana viene concordata la formula del prestito per testare la validità del giocatore. E ciò spiegherebbe la pesante cifra pattuita per l’intermediazione.

E poi ci sarebbero i 580mila euro per l’attaccante ucraino Vladyslav Supryaga (che arriva a gennaio 2022, gioca una sola gara in maglia blucerchiata e a giugno dello stesso anno torna alla Dinamo Kiev). Riguardo a quest’ultimo, come precisa Valerio Giuffrida (che dei due fratelli a capo della GG11 è quello che maggiormente si occupa degli aspetti finanziari), il diritto alla commissione d’agenzia sarebbe maturato nel caso che la Sampdoria riscattasse il calciatore. Evenienza che non si è verificata, dunque incasso sfumato. Non l’unico, stando a quanto riferiscono i Giuffrida.

I soldi non incassati

«Delle cifre che abbiamo pattuito con la Sampdoria abbiamo incassato solo una minima parte», afferma Valerio Giuffrida, raggiunto da Domani. «Quando la Sampdoria è entrata in amministrazione controllata è stato fatto un piano con i creditori. Si è dovuto stralciare il 60 per cento. Riguardo al restante 40 per cento, si spera di incassarlo entro due o tre anni. Purtroppo con la Samp abbiamo maturato un credito molto alto che è stato pagato soltanto in parte. Noi, visti i buoni rapporti che abbiamo avuto con la società durante questi anni, abbiamo preferito non fare causa. Però è rimasto un credito di 3,6 milioni di euro, stralciato e non pagato. Adesso aspettiamo la parola del tribunale. Per esempio, se non ricordo male, dei 400mila euro per Maroni ne sono stati pagati 50mila. Aggiungo che noi questi crediti li abbiamo dichiarati e ci abbiamo pagato le imposte sopra. Quindi per noi è stato un disastro. Sarebbe stato molto meglio non firmarli quei mandati».

Un gioco rischioso per tutti, insomma. Sul quale un surplus di trasparenza sarebbe cosa buona e giusta.

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