Dal 1° gennaio 2026 i pedaggi autostradali tornano ad aumentare. L’incremento medio sarà dell’1,5 per cento, un adeguamento all’inflazione programmata che, secondo il governo, non è più rinviabile. La decisione è stata confermata dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che ha chiarito come l’aumento discenda da un quadro normativo e giurisprudenziale vincolante, dopo le pronunce della Corte costituzionale e dell’Autorità di regolazione dei trasporti.

La vicenda affonda le radici nel 2020, quando – con ancora vivo il ricordo della tragedia del Ponte Morandi – il secondo governo Conte confermò il blocco dei pedaggi deciso nel 2018. Da allora ogni revisione tariffaria era stata rinviata alla ridefinizione dei piani economico-finanziari delle concessionarie, cioè alla verifica preventiva degli investimenti. Ma una sentenza della Consulta, pronunciata lo scorso ottobre su ricorso del Consiglio di Stato presentato dai concessionari, ha cambiato le carte in tavola: mantenere congelate le tariffe per quattro anni è stato ritenuto lesivo della libertà d’impresa e in contrasto con i principi di uguaglianza, imparzialità ed efficienza della pubblica amministrazione.

Nella stessa pronuncia la Corte ha rimesso la competenza all’Autorità di regolazione dei trasporti, chiamata a definire sia l’entità degli aumenti sia le modalità di aggiornamento delle convenzioni. L’Art ha quindi stabilito che l’adeguamento per il 2026 debba corrispondere all’inflazione programmata, pari all’1,5 per cento. Una volta fissato questo parametro, il ministero non ha più margini di intervento. «La sentenza contraria della Corte ha vanificato lo sforzo del ministro e del governo di congelare le tariffe fino alla definizione dei nuovi piani», ha ammesso il Mit.

Ministro in trincea

Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini respinge le accuse e scarica la responsabilità degli aumenti sulle decisioni della Consulta e dell’Autorità. L’opposizione, invece, lo attacca duramente: dal Partito democratico che parla di «scaricabarile», ad Alleanza Verdi e Sinistra che lo definisce «incompetente», fino al Movimento 5 Stelle che lo accusa di «taglieggiare» gli automobilisti. Non è la prima volta che Salvini si trova al centro delle polemiche sui pedaggi: solo lo scorso luglio un emendamento al decreto infrastrutture, poi ritirato, prevedeva un aumento generalizzato per finanziare la rete Anas.

L’incremento dell’1,5 per cento non riguarderà però tutte le tratte allo stesso modo. Restano escluse alcune concessionarie ancora nel periodo regolatorio, come Concessioni del Tirreno (A10 e A12), Ivrea-Torino-Piacenza (A5 e A21) e Strada dei Parchi (A24 e A25). Per la Salerno-Pompei-Napoli l’aumento sarà più alto, all’1,9 per cento, mentre per l’Autostrada del Brennero si fermerà all’1,46 per cento, anche in relazione alla concessione scaduta e alla procedura di riaffidamento.

In termini pratici, l’aumento dovrebbe tradursi in pochi centesimi per ogni euro di pedaggio, ma l’impatto complessivo peserà soprattutto su pendolari, autotrasportatori e aziende di logistica. Resta inoltre il nodo dei nuovi criteri “pay per use”, annunciati dall’Art, che dovrebbero legare le tariffe ai soli investimenti effettivamente realizzati. Un sistema che, secondo le promesse, potrebbe persino ridurre i pedaggi in futuro. Ma molto dipenderà dai tempi di revisione dei piani economico-finanziari e dalla capacità dell’Autorità di controllare davvero i conti dei concessionari. Per ora, l’unica certezza è che dal 2026 il conto al casello sarà più salato.

Gli aumenti

TrattaPercentuale
Ivrea-Torino-Piacenza-1,35%
Autostrade per l’Italia1,50%
Brennero1,46%
Brescia – Padova1,50%
Autovia Padana1,50%
Salt – Tronco Autocisa1,50%
Concessioni del Tirreno – Tronco A10

-3,61%

Concessioni del Tirreno – Tronco A12-6,30%
Consorzio Autostrade Siciliane1,50%
Autostrade Alto Adriatico0,00%
Milano Serravalle

1,50%

Tangenziale di Napoli1,50%
RAV1,50%
SAT1,50%
Salerno – Pompei – Napoli1,925%
SATAP A41,50%
Ivrea-Torino-Piacenza – Tronco A21-8,03%
SAV1,50%
SITAF1,50%
Fiori – Tronco A61,50%
CAV1,50%
Strada dei Parchi0,00%
Asti – Cuneo1,50%
Pedemontana Lombarda1,50%
TE1,50%
Brebemi1,50%

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