Ormai agiscono come un sol uomo. Barcellona, Juventus e Real Madrid, i tre superstiti soci fondatori della Superlega europea, parlano da mesi a comunicati unificati e hanno replicato oggi pomeriggio con un documento che lancia un messaggio chiaro: il progetto è ancora vivo, lotta insieme a loro e cerca di richiamare a sé i nove soci che hanno receduto.

Alle cinque e mezza della sera i tre siti ufficiali dei club hanno messo in rete l’ennesimo testo intitolato anodinamente Comunicato di Barcellona, Juventus e Real Madrid per puntualizzare alcune cose, sulla scorta degli esiti loro favorevoli presso il Tribunale di Madrid. Che nelle scorse settimane ha intimato all’Uefa di fermare le azioni sanzionatorie contro i tre club irriducibili e di annullare sanzioni e restrizioni nei confronti dei nove (Arsenal, Atletico Madrid, Chelsea, Inter, Liverpool, Manchester City, Manchester United, Milan, Tottenham Hotspur) che si sono rapidamente ritirati per tornare sotto l’egida della confederazione europea.

Il buon esito in terra di Spagna, con ogni evidenza, ha ringalluzzito la triade di irriducibili. E tanta rinnovata baldanza è rintracciabile in alcuni passaggi del testo, da leggere con grande attenzione.

L’Uefa onnipotente

C’è la solita rivendicazione di senso di responsabilità, l’argomento con cui si prova a spacciare l’interesse di parte per interesse collettivo («È nostro dovere occuparci dei gravi problemi che affliggono il calcio»). Argomento dogmatico che non accetta confronti con  la realtà dei fatti.

E poi c’è l’attacco al ruolo monopolistico dell’Uefa: «Uefa si è accreditata come legislatore, operatore esclusivo e unico titolare riconosciuto dei diritti delle competizioni europee, nonché organizzatore. Questa posizione monopolistica e in conflitto d’interessi danneggia il calcio e il suo equilibrio competitivo».

Va notato come questo passaggio del comunicato, ripreso e riportato testualmente dal sito di Juventus Football Club, avrebbe richiesto qualche attenzione in più relativamente alla forma. Ma si sa com’è, la fretta di uscire alle cinque e mezza della sera coordinati con la Spagna può giocare brutti scherzi.

Ma al di là delle sciatterie formali resta il fatto che questo sia l’unico argomento portato avanti dai tre club che possa essere preso in considerazione. Proprio sull’abuso di posizione dominante che riguarda l’Uefa saranno giocate le chance di far valere le proprie ragioni in sede di giurisdizione comunitaria.

State parlando del PSG?

C’è poi un passaggio che contiene un messaggio diretto non soltanto all’Uefa, ma anche a quello che è diventato il più potente alleato del suo presidente Aleksander Ćeferin in funzione anti-Superlega: il Paris Saint Germain, con la corte qatariota alle sue spalle. Si legge nel testo: «Come dimostrato ampiamente, i controlli finanziari sono inadeguati e sono stati applicati impropriamente». Mancava soltanto che facessero nome e cognome, ma si sa bene quale società europea abbia clamorosamente scansato le sanzioni per violazione del Fair play finanziario (Fpf). Per la triade Laporta-Agnelli-Pérez, il presidente del club parigino Nasser Al-Khelaïfi è pressoché un rinnegato.

Uno che negli ultimi anni ha partecipato all’edificazione della Superlega salvo tirarsi indietro all’ultimo minuto e diventare il principale alleato di colui che avrebbe dovuto essere il nemico, il suo lord protettore. Invero, a metterla sul piano del rispetto del Fpf nemmeno la triade potrebbe porsi come buon esempio. Ma quello è un altro discorso.

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