È stata chiamata «Vortice maestrale», l'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Bari che vede indagati 147 affiliati al clan Strisciuglio. Questa mattina, sono state arrestate 99 persone con l'accusa di associazione di stampo mafioso, reati di droga, armi, estorsioni, lesioni e rissa. In particolare, per 96 di loro, il gip Giovanni Anglana ha disposto la misura cautelare in carcere, mentre per altri tre quella ai domiciliari.

Stando a quanto si apprende, nell'ordinanza di circa 2mila pagine sono riportati stralci delle dichiarazioni rese da 21 collaboratori di giustizia sull'assetto del clan Strisciuglio, sulle attività controllate e sulle zone di influenza, sia a Bari che in alcuni comuni della provincia.

L'inchiesta

L'inchiesta è stata coordinata dai pm Lidia Giorgio e Marco D'Agostino, e ha permesso di ricostruire la gerarchia del sodalizio mafioso e le attività illecite del clan tra il 2015 e l'attualità per il controllo del territorio nei quartieri baresi Libertà, San Paolo, San Pio-Enziteto, Santo Spirito e San Girolamo, e nei comuni di Palo del Colle e Conversano, documentando estorsioni a commercianti, riti di affiliazione, conflitti con altri gruppi criminali, minacce e pestaggi per punire sodali infedeli, cattivi pagatori o risolvere questioni sentimentali.

A capo dell'organizzazione, secondo gli inquirenti, c'erano i pluripregiudicati Vito Valentino e Lorenzo Caldarola, oltre ai referenti nei vari rioni e città della provincia, Alessandro Ruta, Saverio Faccilongo, Giacomo Campanale. Tra gli arrestati, ci sono i figli del boss Caldarola, Francesco e Ivan, e Antonio Busco, ritenuto quest'ultimo uno dei fornitori di droga. 

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