Bartolozzi e il caso Capri. La Corte dei conti adesso indaga per danno erariale

Il viaggio a Capri sulla motovedetta della Guardia di finanza, svelato da Domani e Repubblica, è costato caro a Giusi Bartolozzi. Non solo la procura del capoluogo campano ha aperto un fascicolo contro ignoti sulla vicenda, ma a muoversi ora è anche la Corte dei conti di Napoli. Da quanto risulta a questo giornale, i giudici contabili stanno infatti indagando su quanto avvenuto lo scorso 3 ottobre, quando la capa di gabinetto del ministro della Giustizia Carlo Nordio, insieme al marito Gaetano Armao, si è recata sull’isola per seguire un convegno promosso dal Centro elaborazione dati della Corte suprema di Cassazione con un mezzo che solo il guardasigilli avrebbe potuto utilizzare: quello dei finanzieri. Motovedetta e albergo di lusso: il week-end della zarina Bartolozzi Oggi il fascicolo aperto dalla Corte mira ad accertare le responsabilità per danno erariale di Bartolozzi che, in base a quanto appreso, non aveva avuto alcuna delega speciale dal ministro Nordio per potersi spostare con la motovedetta dei finanzieri. Al convegno era stato invitato anche il ministro della Giustizia. A Capri l’ex pm avrebbe dovuto tenere una lectio magistralis che però era saltata dal programma. Il 3 ottobre infatti l’Italia era paralizzata dalla mobilitazione dei sindacati per Gaza. Troppo difficile raggiungere l’isola. Troppo difficile spostarsi. Motivo per cui Nordio, alla fine, era rimasto a Roma, declinando l’invito. Dalle prime ricostruzioni, trapelate dai corridoi di via Arenula, era emerso che, a causa del forfait del ministro, Bartolozzi avrebbe dovuto farne le veci e pertanto la necessità sarebbe stata quella di raggiungere Capri nel minor tempo possibile. Successivamente, però, questo giornale ha scoperto che il viaggio in motovedetta della zarina, accompagnata dal consorte, era già in programma da tempo e, cioè, dal 24 settembre: dieci giorni prima dell’evento. A Capri sul mezzo della Finanza, «Bartolozzi è sotto tutela». Bonelli: «Magistrati sotto scorta sul traghetto» L’interpellanza «C’è stata una richiesta dell’Uspev (Ufficio per la sicurezza personale e per la vigilanza) e una disposizione del Comando generale della Guardia di Finanza», la risposta dell’esecutivo all’interpellanza dello scorso 31 ottobre del deputato di Alleanza verdi sinistra Angelo Bonelli sullo spostamento “atipico” della zarina di via Arenula. Dunque, per il governo, che ha cercato di mettere fine alle polemiche su Bartolozzi, non ci sarebbe stata alcuna «abnormità di condotta». «Il ministro Nordio quel giorno veniva trattenuto a Roma per contingenti esigenze di sicurezza pubblica nazionale e così come da programma Bartolozzi, sotto misura tutoria, usava la motovedetta della Guardia di Finanza. La presenza del congiunto, il marito Gaetano Armao, è lecita in base a un direttiva dell’Ucis del 16 novembre del 2013 e a un parere dell’Avvocatura di Stato del 2023 che lo permette in via eccezionale», quanto sostenuto ancora dall’esecutivo in risposta all’interpellanza. La motovedetta? Solo per Bartolozzi. Il viceministro Sisto in aliscafo Esecutivo che, nel corso della risposta, ha anche enumerato una serie di leggi, decreti e dispositivi che avrebbero avallato la “condotta” della capa di gabinetto e l’utilizzo del mezzo della Finanza. «È stata fatta una valutazione di sicurezza – quanto inoltre sostenuto dall’esecutivo in Aula – Va precisato che il destinatario di misure predisposte a tutela dell’incolumità personale non può rifiutarle. La specifica questione va inquadrata non nell’ambito di prerogative di natura personale ma nell’alveo del sistema della tutela della sicurezza della persona». Una versione che, tuttavia, ha posto ulteriori domande: se il viaggio era lecito, per quali ragioni alla “ministra ombra” e al marito sarebbe stato negato dai finanzieri il passaggio in motovedetta per il viaggio di ritorno? In più: a partecipare al convegno erano stati anche il viceministro Francesco Paolo Sisto e il capo dell’ufficio legislativo di via Arenula Antonio Mura, ma anche una serie di magistrati sotto scorta. Perché Sisto, Mura e i togati per raggiungere Capri hanno viaggiato su un traghetto? Un interrogativo che si è posto Bonelli: «Bartolozzi è sotto tutela? Perché, allora, i numerosi magistrati partecipanti allo stesso evento a Capri hanno preso il traghetto insieme al viceministro Sisto? Si tratta di magistrati sotto scorta e che rischiano la vita quotidianamente». Bartolozzi sulla motovedetta per Capri, Bonelli (Avs): «Uso improprio». Casu (Pd): «Dimissioni» Il caso Almasri Tutti elementi che forse serviranno alla Corte dei conti per avviare l’istruttoria sul caso riguardante Bartolozzi, su cui pende un’altra grana giudiziaria. Si tratta dell’indagine sul caso Almasri, il torturatore libico rimpatriato a gennaio scorso dal governo con un volo di Stato in uso ai servizi segreti. Nel fascicolo aperto dalla procura di Roma, Bartolozzi è indagata per false dichiarazioni ai pm, ma l’inchiesta capitolina potrebbe venire sospesa in caso di conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale. Un finale auspicato soprattutto dal ministro Nordio che per la vicenda sul miliziano è stato indagato dal tribunale dei ministri insieme al capo del Viminale Matteo Piantedosi e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Le loro posizioni sono state archiviate dopo il voto favorevole dell’Aula sulla loro immunità. Immunità che ora il Guardasigilli vorrebbe estendere alla zarina, nonostante il procuratore capo di Roma Francesco Lo Voi abbia ufficialmente chiarito che quello di Bartolozzi sia configurabile come reato autonomo, un reato che non sarebbe stato in concorso con i fedelissimi di Meloni. Almasri arrestato in Libia: l’ultima figuraccia di Meloni