I militari della guardia di finanza di Bergamo hanno sequestrato disponibilità finanziarie e di beni per oltre otto milioni di euro riconducili a 79 persone indagate per evasione fiscale nel settore dell’edilizia. L’indagine, durata circa tre anni, ha svelato un complesso meccanismo fraudolento nel settore dell’edilizia finalizzato all’evasione di imposte e contributi, che ha visto coinvolte 67 società e ditte individuali e indagate 79 persone fisiche.

Come funzionava la frode

La frode era articolata secondo uno schema piramidale di tre livelli: alla base, una serie di società di capitali, amministrate da prestanome, create con l’unico scopo di «contenere» la forza lavoro, per assumere sulla carta dipendenti e utilizzate come centri di imputazione di tasse, oneri fiscali, contributivi, previdenziali ed assistenziali. Obblighi questi tutti puntualmente mai ottemperati. Le indagini, infatti, hanno permesso di scoprire che queste società erano di fatto evasori totali e che attraverso un sistematico ricorso a compensazioni d’imposta mediante l’utilizzo di crediti inesistenti facevano figurare solo sulla carta il regolare versamento dei contributi Inps e Inail a favore dei dipendenti. In questo modo potevano ottenere il Durc regolare, requisito imprescindibile per operare sul mercato fornendo manodopera.

A queste società erano collegate diverse altre, poste nel mezzo dello schema piramidale, questa volta effettivamente operative che, ottenuti gli appalti dalle aziende di terzo livello al vertice della piramide e beneficiarie finali della frode, subappaltavano sistematicamente i lavori edili loro commissionati alle cartiere di primo livello. In questo modo società di dimensioni medio-grandi e solide, particolarmente attive sul mercato immobiliare, potevano sgravarsi delle incombenze fiscali, tributarie e previdenziali e, abbattendo in maniera significativa i costi di gestione dell’impresa, riuscivano ad essere maggiormente concorrenziali sul mercato. Il Tribunale del Riesame ha confermato il decreto di sequestro.

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