Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie è incentrata su Trame, il festival dei libri sulle mafie che si tiene dal 22 al 26 giugno a Lamezia Terme.


Mentre gli interessi della ndrangheta 4.0 si fanno sempre più sofisticati, sfruttano le nuove tecnologie e pesano sullo scenario politico ed economico internazionale, il sistema di sopraffazione che si perpetua attraverso le richieste estorsive e usurarie, tra le fonti più tradizionali e consolidate di reddito delle organizzazioni criminali, forma di controllo del territorio e perpetuazione del potere economico, politico e sociale, non si arresta.

Lo sanno bene i tanti imprenditori e commercianti vessati, soffocati da richieste insostenibili e minacce, privati della propria libertà personale e spesso depredati delle proprie aziende. Tanto più in queste ore, con una guerra che si combatte alle porte del nostro Paese e all’indomani della diffusione della pandemia da Covid-19 e delle sue conseguenze economiche, del deficit di liquidità e dei sentimenti di sfiducia verso lo Stato e le Istituzioni che hanno spianato la strada alle infiltrazioni criminali ai danni del tessuto produttivo ancora sano.

In un quadro così compromesso, in Calabria, atavicamente sotto lo scacco della ndrangheta, le associazioni antiracket hanno attivato una rete di assistenza per gli imprenditori vittime dei reati di racket e usura che non hanno ancora maturato la decisione di denunciare o che, dopo la denuncia, vogliono rientrare sul mercato.

“Mani Libere in Calabria”, questo il nome della rete, è un progetto sostenuto dal Ministero dell’Interno attraverso il Pon Legalità, che si avvale di tre sportelli territoriali, a Lamezia Terme, Cosenza e Polistena, e di uno sportello ambulante in grado di raggiungere anche i luoghi più difficilmente collegati.

Mani libere offre supporto professionale gratuito attraverso consulenze legali, commerciali, psicologiche e aziendali, in relazione alle diverse esigenze, affiancando le vittime dal verificarsi dei fatti di reato fino all’accesso al fondo di solidarietà per il ristoro dei danni subiti, con il sostegno costante dei colleghi imprenditori che, vittime a loro volta, hanno denunciato, si sono associati e autorganizzati, e oggi mettono a disposizione l’esperienza maturata sul campo all’interno delle Associazioni Antiracket e in stretta cooperazione con gli operatori delle Forze dell’ordine e le Prefetture.

Numerose sono le vittime assistite dagli sportelli di Mani Libere che stanno affrontando i propri aguzzini in tribunale, che hanno innescato le inchieste giudiziarie più recenti e che si apprestano, con fatica, a riconquistare la propria libertà e la propria azienda.

Attualmente in Calabria chi denuncia non è solo, ha un posto in cui andare e qualcuno a cui rivolgersi, gratuitamente.

È proprio la Calabria, segnata dal giogo della ndrangheta, a proporre uno strumento strutturato, collaudato e replicabile che può arginare la piaga mai risanata dei fenomeni estorsivi e usurari, ostacoli tenaci alla formazione e alla conservazione dell’economia libera del sud Italia e dell’Italia intera.

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