La zona di Bologna e provincia diventa arancione rinforzata, una misura già in vigore nei dieci comuni dell’imolese e nei quattro confinanti del ravennate. A dirlo è lo stesso presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini: «Stiamo affrontando l’inizio della terza ondata: non possiamo mollare ora, nel momento in cui stiamo mettendo tutto il nostro impegno per accelerare la campagna vaccinale, indispensabile per battere questo terribile virus».

Dal 27 febbraio, quindi, a Bologna e in tutta la provincia sarà in vigore la zona arancione “rinforzata” fino al 14 marzo. Il provvedimento decorre a partire da lunedì 1° marzo per le scuole e dal 27 febbraio per tutte le altre attività, ed è stato adottato in seguito all’aumento dei contagi nella zona.

Infatti, la fondazione Gimbe ha affermato di aver registrato un incremento dei casi del 49,4 per cento tra il 17 e il 23 febbraio nella provincia di Bologna (Imola compresa). In totale si parla di circa 382 casi ogni 100mila abitanti.

Le nuove misure

La nuova zona arancione “rinforzata” comporta, in particolare, la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado per 15 giorni (a eccezione della scuola dell'infanzia e dei nidi), la limitazione degli spostamenti sia tra un comune e l’altro sia all’interno del proprio comune di residenza, e anche la chiusura degli impianti sportivi. L'eccezione, come sempre finora, è per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità (come acquisto di beni) o motivi di salute.

È esclusa la possibilità di effettuare visite a parenti e amici una volta al giorno, anche all'interno del proprio comune, o recarsi nelle seconde case, salvo situazioni di necessità. Non vengono invece sospese le attività economiche, nei limiti delle regole consentite in fascia arancione, comprese quelle per i servizi alla persona.

Due giorni fa la regione Lombardia ha istituito una zona arancione rinforzata nella provincia di Brescia e in altri comuni, dove c’è stato un aumento dei casi positivi alle varianti da Covid-19, registrate nel 39 per cento dei soggetti.

© Riproduzione riservata