Nuova programmazione dei flussi di ingresso legali, modifiche alla durata del permesso di soggiorno, ingressi di lavoratori nel settore agricolo e potenziamento dei centri di permanenza per i rimpatri. E poi, soprattutto, Sono queste le misure contenute nella bozza del decreto legge contenente «Disposizioni urgenti in materia di flussi d’ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all’immigrazione irregolare» all’esame del preconsiglio dei ministri in vista del Cdm del 9 marzo che si tiene a Cutro.

Il testo si focalizza sulle misure di ingresso regolare ma non prevede misure per i soccorsi in mare ed evitare naufragi come quello del 26 febbraio dove sono morte almeno 71 persone. L’unica cosa prevista è il potenziamento della sorveglianza marittima che sarà appannaggio della Marina militare e quindi di competenza del ministero della Difesa, guidato da Crosetto.

Cosa prevede la bozza

Il contenuto dell’Articolo 1 del documento era già stato annunciato più volte dai ministri dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni. La bozza prevede, infatti, un allargamento dei flussi di lavoratori extra comunitari in ingresso nel triennio 2023-2025. La quota non è ancora disponibile e sarà da definire con un Dpcm, anche in base all’«analisi del fabbisogno del mercato del lavoro» si legge nel testo. Nei giorni scorsi il ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, aveva annunciato ingressi controllati per circa 100mila persone l’anno, per un totale di 500mila nell’intero mandato. 

Nella bozza si legge anche che sono assegnate «in via preferenziale» quote riservate ai lavoratori provenienti da paesi che, in collaborazione con l’Italia, «promuovono per i propri cittadini campagne mediatiche aventi a oggetto i rischi per l’incolumità personale derivanti dall’inserimento in traffici migratori irregolari». Il documento vagliato dal preconsiglio prevede anche «misure per la semplificazione e accelerazione delle procedure di rilascio del nulla osta al lavoro».

Il decreto prevede anche che è consentito «l’ingresso e il soggiorno per lavoro subordinato allo straniero residente all’estero che completa un corso di formazione professionale e civico-linguistica, organizzato sulla base dei fabbisogni manifestati al ministero del lavoro e delle politiche sociali dalle associazioni di categoria del settore produttivo interessato».

Penale

Il decreto dispone anche un inasprimento delle pene nei confronti degli scafisti. In caso di condanna la pena passa da 2 a 6 anni e da 6 a 16 anni. Viene previsto anche un nuovo reato in caso di vittime durante un naufragio con il rischio di reclusione «da venti a trent’anni», pena ridotta dai 15 ai 24 anni in caso di una sola vittima.

Settore agricolo

L’articolo 5 prevede invece norme per i lavoratori agricoli: per loro si prevede che i datori che abbiano presentato regolare domanda e non sono risultati assegnatari di tutta o di parte della manodopera richiesta, «possono ottenere, sulla base di quanto previsto dai successivi decreti sui flussi emanati nel corso del triennio, l’assegnazione dei lavoratori richiesti con priorità rispetto ai nuovi richiedenti, nei limiti della quota assegnata al settore. Viene infine rafforzato l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari «di adeguate professionalità per proteggere il mercato nazionale delle attività internazionali di contraffazione e criminalità agroalimentare, anche connesse ai flussi migratori irregolari».

Cpr

Infine, il documento prevede anche un potenziamento dei centri di permanenze per i rimpatri, fino al 31 dicembre 2025. Non è ancora chiaro se ne verranno costruiti di nuovi o se vengono ampliati quelli già esistenti che spesso versano in condizioni disumane. Nel testo si legge che «la realizzazione delle strutture è effettuata «anche in deroga a ogni disposizione di legge diversa da quella penale, fatto salvo il rispetto delle disposizioni del codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione ex Dlgs 159/2011 e dei vincoli inderogabili derivanti dall’appartenenza all’Unione europea». Spetterà all’Anac eseguire la vigilanza.

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