Dopo la morte di cinque operai a Brandizzo, Rete Ferroviaria Italiana «ha istituito una commissione di indagine» sull’incidente del 31 agosto. Gli esiti dei lavori della commissione, «presieduta da autorevoli esponenti del mondo accademico, saranno prontamente messi a disposizione delle autorità competenti».

Lo ha detto l’amministratore delegato di Rete ferroviaria italiana (Rfi), Gianpiero Strisciuglio, durante un’audizione nelle Commissioni Trasporti e Lavoro della Camera sulle condizioni di sicurezza dei lavoratori. L’a.d. non ha però specificato i suoi componenti, né indicato per quando si aspettano di avere i primi esiti.

La sicurezza

«La sicurezza in ogni sua forma e per tutti gli ambiti che ci riguardano - ha proseguito – è al centro della nostra missione per la tutela dei lavoratori, dei passeggeri e dell'ambiente. Rete Ferroviaria Italiana punta a consolidare e potenziare, in un’ottica di miglioramento continuo, la cultura della sicurezza attraverso varie iniziative», ha sottolineato. Parlando di progetti portati avanti negli anni passati. E la sicurezza «non ammette deroghe».

Su cosa sia accaduto quella notte, adesso indaga la procura. Le regole di sicurezza, ha riferito Strisciuglio, riguardando tutti i cantieri che hanno a che fare con l’infrastruttura nazionale. «Il sistema di regole di cui ci siamo dotati, che è riconosciuto dalle autorità competenti, è un sistema di regole che non ammette deroghe, questo è fondamentale nel sistema di gestione per la sicurezza ferroviaria». Inoltre ci deve essere sempre l’interruzione di servizio e l’autorizzazione «è trasmessa prima dell’avvio del cantiere». Le ditte che poi si occupano dei lavori devono rispondere a specifici requisiti economico-finanziari e tecnico professionale.

L'intervento di manutenzione che era in corso a Brandizzo era in «subappalto che, conformemente alla normativa vigente, è stato autorizzato da Rfi previa positiva verifica dei requisiti». L’impresa Sigifer «è iscritta nel nostro sistema di qualificazione, quindi il sistema di regole si estende sia all'appaltatore che al subappaltatore».

I tempi stretti

I sindacati, intervenuti subito dopo, hanno criticato la generale gestione dei lavori. Ivana Veronese, della Uil, ha ricordato che le forti penali qualora i lavori vengano consegnato in ritardo, spingono ad anticipare l’avvio dei cantieri: «Forse i tempi che vengono dati sono obiettivamente molto stretti. Non si può far finta di sapere che la partenza dei lavori anticipati ha riguardato tanti cantieri dove per qualche tipo di fortuna non è successo niente». I lavori, inoltre, sono stati tutti subappaltati: «E tutti ci devono guadagnare. Alla fine quelli che rischiano sono i lavoratori».

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