Barbara Balzerani non si è mai dissociata dalle Brigate Rosse, al massimo aveva espresso un certo rammarico «per quanti furono colpiti» dai terroristi. È morta lunedì 4 marzo a Roma, all’età di 75 anni e dopo una lunga malattia. Ormai dal 2006 aveva ottenuto la libertà condizionale e poi la libertà, scontata la pena, nel 2011. Alle Br aveva aderito quasi cinquant’anni fa, nel 1975, quando aveva appena 26 anni. Era stata arrestata dieci anni dopo, il 19 giugno 1985.

Primula rossa

Soprannominata la “primula rossa”, aveva partecipato all’agguato di via Fani per il sequestro di Aldo Moro e con il compagno di allora, Mario Moretti, aveva occupato la base operativa di via Gradoli. A inizio degli anni Ottanta aveva cercato, fallendo, di creare una fazione a parte, le Brigate Rosse – Partito Comunista Combattente.

Era stata condannata all’ergastolo per l’omicidio dell’ex sindaco di Firenze Lando Conti, rivendicato dal carcere. Nel 1981 ha partecipato al sequestro del generale della Nato James Lee Dozier.

Giovanni Ricci, figlio di Domenico, carabiniere ucciso nell’agguato di via Fani, ha detto all’AdnKronos che «di fronte alla morte non ci sono parole: soo il rammarico perché è venuta a mancare una vita umana, che ha avuto i suoi errori, i suoi sbagli, il suo passato terribile, soprattutto per la società. Ma di fronte alla vita umana c'é solo da farle una preghiera».

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