Lunedì sono stati registrati 22.927 nuovi casi di Covid-19. Si tratta di una significativa riduzione rispetto ai 27.392 che erano stati identificati lunedì scorso. Cala anche il numero di positivi sul totale di tamponi effettuati, un indicatore importante per misurare la capacità del tracciamento del contagio. Una settimana fa erano il 17,9 per cento, mentre lunedì erano il 15,4 per cento.

Contagi in calo, decessi alti

Il numero di decessi, però, rimane alto. Lunedì se ne sono stati registrati 630 e proprio lunedì, il numero delle morti causate dal Covid-19 dall'inizio dell'epidemia ha superato per la prima volta le 50mila. Continua a crescere il numero di persone ricoverate in terapia intensiva, anche se più lentamente rispetto ai giorni scorsi. Sono 3.810, nove in più rispetto a domenica. In totale, il 43 per cento dei posti di terapia intensiva disponibili in tutto il paese sono occupati da malati Covid-19. Si tratta di tredici punti in più della soglia di allarme, fissata dal ministero della Salute al 30 per cento.

I dati sui nuovi casi segnalano anche martedì che il contagio ha rallentato la sua crescita e si avvicina alla fase discendente. I decessi, però, rimangono alti per via del ritardo di circa due settimane che si verifica tra l’insorgenza dei primi sintomi e l'eventuale decesso. Nonostante alcuni dati positivi, però, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva e nei reparti di medicina indica che il sistema sanitario è ancora sotto pressione.

Natale giallo o rosso

Il rallentamento del contagio che si sta manifestando negli ultimi giorni ha suscitato in molti la speranza di poter fare le ferie di Natale con minori restrizioni rispetto alle attuali. Le richiesta di riapertura si moltiplicano da parte delle categorie più colpite, come ristoratori e operatori del turismo e sono alimentate anche dalle dichiarazioni di alcuni esponenti del governo. Sabato, ad esempio, la sottosegretaria del ministero della Salute, Sandra Zampa, ha detto che se i numeri dell’epidemia dovessero migliorare potrebbero essere previste «deroghe» al divieto di spostamento nelle regioni arancioni e rosse. Nei giorni precedenti si era parlato della possibilità di allentare le restrizioni all’apertura di negozi, bari e ristoranti in occasione delle feste.

Il governo non ha ancora preso una decisione ufficiale su come saranno gestite le prossime settimane. Il ministro della salute Roberto Speranza ha detto che se i numeri lo consentiranno, a dicembre l’intera Italia potrebbe trovarsi in zona gialla, quindi con un livello minimo di restrizioni. Fonti vicine alla presidenza del Consiglio, però, hanno fatto sapere che l’orientamento del governo è quello di mantenere in vigore almeno alcune misure di contenimento più dure, nel timore che un allentamento generalizzato possa far ripartire l’epidemia e costringere a una chiusura ancora più prolungata all’inizio del prossimo anno.

Queste preoccupazioni sono state esplicitati da Agostino Miozzo, capo della Protezione civile e presidente del Comitato tecnico scientifico, il principale organo di consulenza del governo sull’epidemia di Covid-19. In caso di allentamenti durante le feste, ha detto lunedì Miozzo al Corriere della Sera, «l'evoluzione dell’epidemia porterà a dati simili se non addirittura peggiori di quelli attuali».

La stagione sciistica

La mancanza di allentamenti in vista delle vacanze preoccupa in particolare il settore sciistico, i cui rappresentanti hanno chiesto lunedì al governo di prevedere deroghe per questa stagione. Proprio lunedì, gli assessori allo Sport e al Turismo delle regioni e delle province autonome dell’arco alpino hanno approvato delle linee guida da sottoporre al governo per consentire la riapertura degli impianti in sicurezza.

Le linee guida prevedono l’obbligo di mascherina, la riduzione a metà della capacità degli impianti, limiti per i locali che potranno effettuare servizio solo a persone sedute e acquisto online per biglietti e skipass per evitare la formazione di code. Le linee guida prevedono inoltre che gli impianti rimangano chiusi nelle zone rosse.

Le decisioni del governo

Tutti gli impianti sciistici sul territorio nazionale sono chiusi dallo scorso 24 ottobre e lo resteranno fino al 3 dicembre. Potranno riaprire dopo questa data solo se non ci saranno nuove proroghe del divieto e se le linee guida presentate dalle regioni saranno approvate da governo e Comitato tecnico scientifico.

Il presidente del Veneto, Luca Zaia, che nei giorni scorsi aveva detto «scordatevi un Natale sulle piste», ha precisato lunedì che l'approvazione delle linee guida non significa automaticamente che gli impianti saranno aperti in tempo per le ferie. «In via preventiva troviamo assurdo non "preparare a magazzino" le linee guida, perché semmai decidessero di aprire noi comunque le abbiamo fatte», ha spiegato Zaia.

Attualmente, Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia e provincia autonoma di Bolzano sono in zona rossa, mentre il Friuli Venezia Giulia è in zona arancione. Per rendere possibile la stagione turistica sarebbe quindi necessario che queste regioni venissero tutte spostate in zona gialla, poiché nelle zone rosse e arancioni non sono consentiti ingressi e spostamenti senza validi motivi.

 

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