La storia della studentessa prodigio Carlotta Rossignoli si arricchisce di nuovi particolari. Avevo raccontato di come nella narrazione giornalistica sui suoi successi scolastici (diplomata e laureata in medicina sempre in anticipo di un anno e col massimo dei voti) mancassero dei pezzi importanti.

In particolare, si tacevano la sua felice situazione economica, il privilegio di poter frequentare scuole private, la vita tra hotel di lusso, borse e orologi da decine di migliaia di euro che certo non la inserivano a pieno titolo nella lista degli studenti che battono ogni record solo per merito. Poi, per carità, neppure il privilegio garantisce una buona rendita scolastica, ma di sicuro il pensiero di non doversi svegliare alle cinque del mattino per lavorare in un bar e pagarsi la retta scolastica aiuta ad accelerare i tempi per la laurea.

Anche il fatto che la studentessa premiata da Mattarella e programmata per primeggiare in ogni campo insista sull’importanza di non perdere tempo e sulla sua vita immolata alla studio stride un bel po’ con ciò che mostra sui social.

Negli ultimi tre anni, col Covid di mezzo, la veronese Carlotta ha pubblicato foto di weekend e vacanze in Costa Smeralda, Lago di Garda, Sicilia, Mar Rosso, Cairo, Milano, Ortisei, Bolzano, Riccione, Amsterdam, Sudafrica, Forte dei marmi, Santo Domingo, Messico, New York, Londra, Abu Dhabi e così via. Roba che neanche Licia Colò, e credo si sia laureata da un pezzo.

A questo vanno aggiunti i numerosi shooting fotografici di intimo, abiti ed eventi sportivi, campagne pubblicitarie locali per laser estetico e negozi vari. Poi c’è l’attività televisiva in un programma sportivo locale. Le sedute in palestra. Le foto per i social, i reel. Insomma, dice di dormire poco per studiare, ma per studiare laureandosi in anticipo e riuscire a fare tutto questo, l’ultimo sonno di Carlotta deve essere stato mentre galleggiava nel liquido amniotico.

I dubbi dei colleghi universitari

Ad ogni modo, non avrei motivo per dubitare delle sue impressionanti qualità, se non fosse che alcuni suoi colleghi universitari hanno iniziato a sollevare perplessità pubblicamente. Come scrivevo nel precedente articolo, c’è chi afferma che i suoi esami si svolgessero rigorosamente a porte chiuse (al momento Carlotta Rossignoli non ha pubblicato smentite) e che inizialmente la sua tesi fosse stata rifiutata, per poi venire riammessa.

Una sua ex collega di corso racconta che Carlotta Rossignoli non legava quasi con nessuno e che la madre era spesso presente in ospedale e università. «È anche stata la modella-testimonial del campus universitario su tutti i manifesti in giro per Milano», mi racconta uno studente che, tra le altre cose, si chiede come sia possibile la semplice narrazione madre casalinga/papà impiegato di banca visto il tenore di vita da famiglia ricca che emerge dai social di Carlotta e di sua madre tra pellicce, resort di lusso e borse Chanel.

La questione più spinosa però, quella che è senz’altro vera e documentabile, è che la velocità con cui Carlotta Rossignoli si è laureata in medicina presso l’università Vita-Salute San Raffaele ha creato molto malumore tra i suoi compagni di corso. Non sarebbe infatti possibile laurearsi un anno prima in quella frequentando quinto e sesto anno in contemporanea (tra l’altro così si risparmiano circa 13 000 euro), c’è un iter molto rigido tra tirocini e frequenze obbligatorie, per cui in molti hanno sollevato il problema della strana possibilità (anche economica) offerta a Carlotta Rossignoli e non a tutti gli studenti.

«Noi studenti normali di quell’università siamo a dir poco imbarazzati e arrabbiati. Siamo stronzi noi a dover fare 8 ore di lezione ogni giorno senza avere tempo per studiare? Siamo stronzi noi a saltare appelli per un sacco di esami? I tirocini li facciamo solo noi? La rata del sesto anno è solo per noi coglioni?», si lamenta su Instagram una studentessa del San Raffaele. E le proteste erano giunte presso la direzione dell’università ben prima del caso mediatico scoppiato in questi giorni.

La lettera

Alcuni studenti del corso di Carlotta Rossignoli avevano infatti inviato la seguente lettera al presidente del corso di laurea internazionale Andrea Salonia e alla preside della facoltà di medicina e chirurgia della San Raffaele Flavia Valtorta. Lettera ignorata, a cui non è seguita risposta e che era la seguente:   

Gentile Facoltà di Medicina,
Vi scrivo oggi per affrontare una questione importante a nome di tutta la mia classe. Siamo sicuri che questa mail arrivi senza troppe sorprese. Si tratta della laurea di una nostra collega, Carlotta Rossignoli.

Vorremmo sapere come è possibile per lei laurearsi prima di tutti gli altri. Vorremmo anche sapere come è possibile che abbia potuto fare, e fatto, il quinto anno insieme ai corsi e agli esami del sesto, come ha abbia potuto fare in anticipo le rotazioni che solo ora la classe poteva fare, come il suo progetto di tesi di 8 mesi si sia concluso a ottobre quando ci è stato permesso di iniziare solo a maggio 2022 (ciò implica che non poteva finire prima di dicembre 2022).

Vorremmo sapere come siano possibili queste eccezioni per alcuni studenti. Perché non ci è stata offerta la stessa opportunità? Da dove viene questa eccezione? Come ha potuto fare più corsi in più anni insieme? Vorremmo una spiegazione.

In secondo luogo, poiché la nostra compagna di classe Carlotta Rossignoli è stata autorizzata a laurearsi prima della nostra sessione di esami ufficiale (esattamente 3 sessioni prima), vorrei chiedere anche a nome della mia classe se avremo tutti l'opportunità di laurearci prima. Pensiamo che l'esclusione da questa opportunità di laurearsi in anticipo sia ridicola. Considerato l'eventuale completamento degli esami nella sessione di dicembre e il completamento della tesi nel periodo minimo di 8 mesi, alcuni compagni di classe potrebbero potenzialmente laurearsi a febbraio. Perché questo non è possibile per le persone che sono in grado di farlo?

Vorremmo una spiegazione sul perché la nostra compagna di classe sia sempre un'eccezione a ogni regola che questa università sembra attuare in modo così rigido, ma che diventa molto risolvibile e flessibile quando riguarda la nostra compagna di classe.

Questo problema genera anche preoccupazioni sulla credibilità del corso e della laurea, poiché le regole sono modificabili solo per alcune persone.

Vorremmo solo delle risposte. Sono sicuro che queste risposte sono richieste da tanti anni e da altri corsi, anche di studenti già laureati, in quanto siamo certi che abbiate già ricevuto altre email, ma le scrivo a nome della mia classe, dato che si tratta di una collega della nostra classe. O forse è meglio dire che “era” una collega, dato che le sono stati concessi dei privilegi e ora si sta laureando, a differenza di noi altri.
Non vediamo l'ora di sentire la vostra risposta.
Cordiali saluti,
IMDP Anno 6

Il silenzio dell’università

Insomma, una mail molto chiara, che avrebbe meritato una risposta. E invece, mentre i giornali (sollecitati da chi, poi?) celebravano la studentessa prodigio, nella sua università nessuno rispondeva a una semplice domanda: perché lei sì e noi no?

Eppure i professori Salonia e Valtorta avrebbero il dovere di dare spiegazioni a chi paga una retta in quella università e ritiene, a ragione, che vi siano delle corsie preferenziali.

E già che ci sono, dovrebbero anche chiarire se è vero, come molti dicono, che la studentessa desse gli esami a porte chiuse e la sua tesi fosse stata inizialmente rifiutata per poi venire improvvisamente accettata. 

Sulla questione è oggi intervenuto anche il rappresentante degli studenti in Consiglio regionale Rosario Losiggio scrivendo una lettera al rettore dell’università Vita Salute San Raffaele Enrico Gherlone. Nella mail si chiederebbero spiegazioni sulla modalità con cui sia possibile, come nel caso di Carlotta Rossignoli, laurearsi in medicina in soli 5 anni anziché 6. Si chiederebbe anche di respingere pubblicamente l’idea che si raggiungano risultati scolastici rinunciando al sonno, cosa che non solo non è vera, ma che screditerebbe lo stesso ateneo. Nel caso, anche questa volta, di mancata risposta sull’iter per accelerare gli studi, gli studenti chiederanno spiegazioni direttamente al ministero.

Insomma, il caso Rossignoli sembra solo iniziato.

Nel frattempo, mentre si attendono risposte doverose dall’ateneo, mi chiedo se forse, la prossima volta, non sia il caso di raccontare l’incredibile storia dei tanti studenti che si laureano lavorando e, visto che il tema natalità è di gran moda, perfino facendo figli.

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