Il primo capitolo del caso Bibbiano si chiude con una sentenza che ribalta la tesi accusatoria della procura di Reggio Emilia: il tribunale di Reggio Emilia ha assolto 11 dei 14 imputati nel processo “Angeli e demoni” sul presunto sistema di affidi illeciti a Bibbiano.

Solo tre condanne, tutte lievi e con pena sospesa. La vicenda fu usata strumentalmente dalla destra e dal Movimento 5 Stelle (all’epoca alleato di governo della Lega) contro il Partito democratico. 

Il caso Bibbiano iniziò nel 2019. L’accusa dei magistrati reggiani disegnava un sistema crimnale nella gestione degli affidi dei minori allontanati dalle famiglie.   Le udienze e i passaggi processuali hanno poi dimostrati che non era propriamente come sostenevano le pm della procura. Persino il principale degli imputati, lo psicoterapeuta Claudio Foti. Lui già assolto dalla Cassazione, ma fino ad allora descritto come un mostro, un «lupo», un’oscura figura in grado di plagiare i bambini con ricordi inesistenti su abusi subiti in famiglia così da giustificarne l’affidamento.

Cosa resta, dunque, di questa storia nata da un’indagine della procura di Reggio Emilia (pm Valentina Salvi) che è diventata una clava usata dalla destra durante la campagna elettorale per le regionali dell’Emilia-Romagna quando la Lega sperava di poter scippare al Pd la presidenza della regione?

Restano pochissime condanne e pure lievi. Riguardano Federica Anghinolfi, ex responsabile dei servizi sociali dell’Unione dei Comuni della Val d’Enza, e l’assistente sociale Francesco Monopoli (suo braccio destro), cui sono state comminate rispettivamente pene a due e un anno e otto mesi di reclusione, entrambe sospese. Per Anghinolfi la Procura reggiana aveva chiesto una condanna a 11 anni e sei mesi, per Monopoli a 11 anni, più un anno per altri reati. La terza condanna è nei confronti della neuropsichiatra Flaviana Murru (la Procura aveva chiesto otto mesi). Erano oltre cento i capi di imputazione.

L’inchiesta finì al centro della campagna elettorale per le Regionali del gennaio 2020. La Lega chiuse la campagna elettorale proprio a Bibbiano, cavalcando l’onda e il dolore delle famiglie. Servì a poco: Stefano Bonaccini venne riconfermato presidente dell’Emilia-Romagna.

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