La gup Chiara Valori al termine dell'udienza preliminare sul cosiddetto “caso camici” ha prosciolto il governatore della Lombardia Attilio Fontana dall'accusa di frode in pubbliche forniture «perché il fatto non sussiste».

  • Non luogo a procedere anche per gli altri imputati, il cognato di Fontana, Andrea Dina, titolare della Dama Spa, Filippo Bongiovanni, ex dg di Aria Spa, centrale acquisti di Regione Lombardia, la dirigente della società Carmen Schweigl e Pier Attilio Superti, vice segretario generale di Regione Lombardia.
  • Il caso camici riguarda una fornitura alla regione Lombardia di camici e dispositivi di protezione individuale nei primi mesi della pandemia da Covid-19. Il 16 aprile 2020 Dama Spa, azienda tessile del cognato di Fontana nota per produrre anche il marchio Paul&Shark, aveva stipulato un contratto per produrre 75mila camici e circa settemila dpi per conto della regione Lombardia. Il compenso stabilito era di 513mila euro. La fornitura però – secondo la ricostruzione dei pm Carlo Scalas e Paolo Filippini –  si sarebbe trasformata in una donazione quando la notizia è diventata di dominio pubblico. 
  • In particolare, i giornalisti della trasmissione di Rai3 Report avevano parlato della fornitura di camici mettendo in relazione la Dama di Andrea Dini – di cui la moglie del governatore Roberta deteneva circa il 10 per cento – e Attilio Fontana, sollevando un potenziale conflitto di interesse. Dopo il servizio 50mila camici già consegnati sarebbero poi stati donati ad Aria, mentre Dama avrebbe cercato di vendere i 25mila pezzi rimanenti a strutture di cura private.

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