Il generale, Vittorio Tomasone,  ha testimoniato al processo sui depistaggi del caso Cucchi in qualità di ex guida del comando provinciale di Roma sotto al quale, secondo la procura, sarebbero stati confezionati alcuni falsi. La memoria del generale ha tradito alcune lacune. La prima riguarda la procedura di fotosegnalamento, procedura che fu saltata per via del pestaggio subito da Stefano Cucchi. Sul tema, il generale, che aveva voluto convocare una riunione con i suoi comandanti in capo per stabilire cosa fosse avvenuto durante l’arresto del ragazzo, ha detto in aula: «Mi spiegarono che il fotosegnalamento non aveva potuto avere luogo per un problema ma non approfondii la ragione».

Il generale è stato poi interrogato anche sulla nota inviata al comando generale nella quale, a fine dell’ottobre 2009, poco dopo la morte del ragazzo, già si parlava delle cause della morte di Cucchi, benché non fosse stata ancora depositata l’autopsia. Ovviamente in quella nota si escludeva che la causa fosse un pestaggio subito dall’arrestato. Tomasone riferisce: «Quella nota fu confezionata sulla base di quello che apprendevamo dalla lettura dei quotidiani che si occupavano dettagliatamente della vicenda, come il Messaggero e il Corriere della Sera». Il pubblico ministero ha obiettato dicendo che alcuni dettagli contenuti nella nota non erano presenti negli articoli in questione.

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