Le autorità belghe hanno chiesto al Parlamento europeo di revocare l'immunità degli eurodeputati italiani di Fulvio Martusciello e Giuseppina Princi nell’ambito dell'indagine su presunte tangenti pagate da lobbisti Huawei per favorire gli interessi del colosso cinese delle telecomunicazioni. La notizia arriva meno di ventiquattrore dopo che la procura belga aveva presentato analoga richiesta per un altro europarlamentare italiano, il forzista Salvatore De Meo

La richiesta

In tutto sono cinque gli europarlamentari per cui le autorità belghe hanno chiesto la revoca dell’immunità parlamentare. Oltre ai tre italiani, la stessa richiesta è stata avanzata per il socialista maltese Daniel Attard, e per il liberale bulgaro Nikola Minchev. In ogni caso, la richiesta di revoca dell'immunità di un parlamentare non implica necessariamente che vi sia stato un illecito, ma è un atto necessario affinché la polizia possa convocarlo per interrogatori ufficiali e indagare su di lui.

Il nome di Martusciello era già emerso nei mesi scorsi in relazione all’arresto della sua assistente, Lucia Simeone. La donna è stata successivamente rilasciata con la revoca del mandato d’arresto europeo emesso dalla procura belga.

La difesa di Princi

La novità principale è dunque il nome di Giuseppina Princi, ex vicepresidente della regione Calabria e dal 2024 europarlamentare eletta nelle liste di Forza Italia. Una notizia che sembra aver colto di sorpresa la donna che si è immediatamente dichiarata estranea ai fatti sostenendo che si sia trattato di uno «scambio di persona»

«Mi viene contestato – ha scritto Princi in una nota – di aver partecipato a un incontro a Bruxelles in data 25 giugno 2024, non dichiarato al Parlamento europeo, incontro al quale io non ho assolutamente partecipato in quanto mi trovavo a Reggio Calabria alla recita di fine anno scolastico della mia bambina, come si evince dalle copiose prove documentali a supporto». E in conclusione sottolinea come «nella stessa data non ricoprivo ancora il ruolo di parlamentare europeo essendo stata proclamata solo in data 3 luglio 2024». Un elemento che secondo Princi la scagionerebbe dalle possibili accuse.

Il caso

Un’indagine condotta dalla procura belga ha portato alla luce un presunto caso di corruzione legato a un’operazione di lobbying a favore di Huawei. Secondo la procura, sarebbero stati versati fondi illeciti a parlamentari europei per influenzare decisioni favorevoli al colosso cinese politiche sul 5g in Europa. Gli inquirenti ipotizzano un sistema di riciclaggio e finanziamento occulto volto a ottenere il sostegno di figure istituzionali che potessero portare le istanze dell’azienda al massimo livello della politica europea. 

© Riproduzione riservata