Ma tu ti inginocchi o no? Circolano stralunati interrogativi alla vigilia di Italia-Austria, l'ottavo di finale che oggi (ore 21) si giocherà a Wembley, cioè nello stadio che secondo il nostro premier andrebbe cancellato dalla mappa della competizione. Difficile immaginare come finirà la scena, e se per caso dovesse crearsi imbarazzo sincrono nelle due metà campo. Per il resto, il pronostico della vigilia è pressoché chiuso e lo afferma pure il commissario tecnico degli austriaci, Franco Foda. Secondo lui la sua squadra ha soltanto il dieci per cento di probabilità di passare ai quarti.

Non ci si sarebbe aspettati qualcosa di diverso, dall'allenatore di una squadra underdog che sa quanto possa essere comodo consegnare agli avversari il ruolo da stra-favoriti. E lo sa pure il suo collega Roberto Mancini, che nella conferenza stampa della vigilia ha invitato a non sottovalutare gli austriaci perché sono una temibile squadra. Scontatezze assortite. E verrà il giorno che in conferenza stampa gli allenatori muoveranno il labiale fuori sincrono, mentre il sistema audio ne diffonde la voce registrata durante altre conferenze stampa, come se fossero Enrico Ghezzi a notte fonda su Rai3.

Del resto, per il commissario tecnico azzurro, il dettaglio davvero più significativo di questa vigilia della prima partita a eliminazione diretta dell'esperienza in nazionale è venuto dalle rivelazioni dell'attrice Lory Del Santo. Che sfruttando l'onda mediatica degli Europei ha svelato, durante un programma di Radio2 Rai, di avere trascorso a suo tempo una notte con Roberto Mancini. Aggiungendo che si era fatto tardi, e che avendo bisogno di un riparo per la notte aveva dovuto decidere fra il ct e Gianluca Vialli. E messa in questi termini non si capisce nemmeno se sia un parlar bene o una sanguinosa presa per i fondelli. Magari i due ex doriani se lo chiederanno stasera, mentre guardano evolvere il gioco dalla panchina di Wembley.

I grandi dubbi della vigilia

Si capirà che è stata una vigilia di amenità assortite, poiché il pronostico 90 a 10 non accende passioni speciali. Poi sarà il campo a dire, ma intanto dobbiamo guardare a come ci si avvicina verso il calcio d'inizio. Con la voglia di accorciare il tempo che manca e mica perché si frema dalla voglia di conoscere il risultato. È solo che almeno avremmo la certezza di non ascoltare più stucchevolezze come quella pronunciata durante il Tg2 delle 13, dove si parlava di una squadra azzurra capace di dare un'impressione di grande coralità anche dal modo in cui i giocatori hanno effettuato il sopralluogo sul prato di Wembley.

Sono giorni in cui bisognerebbe dotarsi di un modulatore di sordità, o applicare a tutta la programmazione sportiva il meccanismo del fuori sincrono ghezziano pur di non rimanere annichiliti da tanto smielamento. E tuttavia ci si può consolare perché anche da parte austriaca devono fare i conti con problemi che, al confronto, i nostri sembrano l'emergenza debito pubblico. Su tutti: il colore della muta da gioco.

Chi ricorda la tradizionale muta austriaca (maglia bianca, calzoncini e calzettoni neri), si aggiorni. Perché quella composizione è andata praticamente in disuso. Nel corso di questa competizione gli austriaci hanno sfoggiato tre combinazioni in tre gare. Nell'ultima partita, contro l'Ucraina, hanno sfoggiato una tenuta che pareva quella dell'Arsenal. Nella gara precedente, persa contro l'Olanda, gli austriaci erano bardati di nero. Ma è la muta della prima partita a creare più polemiche: maglia nera, calzoncini e calzettoni turchese. E al di là del fatto che gli austriaci sembrassero 11 uomini in pigiama, o che secondo molti tifosi quel turchese crea un effetto straniante rispetto al verde del campo, c'è che da molti è stata data un'interpretazione politica alla scelta di un colore che nelle mute da gioco non si era mai visto.

Il turchese è infatti il colore scelto dal cancelliere conservatore austriaco, Sebastian Kurz, per rinnovare l'iconografia del Freiheitliche Partei Österreichs (FPÖ, Partito della Libertà Austriaco). E sarà stata una coincidenza, ma pochi mesi dopo la federcalcio austriaca ha deciso che i colori della muta di riserva della nazionale dovessero essere quella combinazione che abbiamo visto esibita durante la gara contro la Macedonia del Nord. Grandi proteste, indignazione sull'ennesimo esempio di uso politico del calcio, ma nulla che sia bastato a far eliminare quel colore improbabile dai campi di calcio. Difficile che stasera possa essere esibito contro una squadra in maglia azzurra. Ma vista la fantasia cromatica degli austriaci, c'è da preoccuparsi per l'eventuale alternativa.

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