Domani aveva denunciato le anomalie nel concorso indetto dall'azienda sanitaria locale di Latina per 70 posti di assistente amministrativo a tempo indeterminato, ma Claudio Rainone, direttore dell’unità operativa reclutamento dell’Asl di Latina nonché presidente della commissione esaminatrice, aveva risposto al nostro giornale che tutto si era svolto regolarmente.

I due concorsi con trucco

La polizia di stato e la Guardia di finanza di Latina hanno eseguito due misure cautelari, disposte dalla locale procura. Ai domiciliari sono finiti proprio Claudio Rainone e Mario Graziano Esposito, funzionario dell'unità operativa. Il concorso dell’Asl di Latina, bandito dalle aziende sanitarie locali di Latina, Frosinone, Viterbo e Roma 3, per 70 posti di assistente amministrativo a tempo indeterminato, era finito sotto accusa per i troppi parenti di dipendenti tra i vincitori della prova scritta. I reati contestati sono quelli di falsità ideologica in atti pubblici e rivelazione di segreti di ufficio, entrambi nella forma aggravata, per lo svolgimento non di uno, ma di due concorsi. 

Nel primo concorso Rainone era presidente di commissione e Esposito, invece, segretario di commissione. La prova si è svolta il 27 agosto 2020. Su 1248 domande di partecipazione si sono presentati solo 471 concorrenti di cui solo 68 hanno superato la prova scritta. Nella graduatoria finale sono 23 i concorrenti vincitori: tutti contattati prima da Claudio Rainone. Gli investigatori ricostruiscono i passaggi perché c’era un altro fascicolo aperto su Rainone dalla distrettuale antimafia. Nei giorni precedenti la prova orale, svoltasi lo scorso ottobre, ci sono le telefonate tra l’indagato e i candidati. Rainone utilizza un’utenza differente per evitare intercettazioni, una «scaltrezza» che non coglie impreparati gli inquirenti. Rainone incontra una candidata al bar di un lido balneare poco distante dalla sede dell’esame e concorda l’appuntamento con lo zio. Terminata la prova il presidente di commissione chiama il congiunto della candidata rassicurandolo: «È tutto apposto, poi ti chiamo, ci sentiamo dopo dai», dice Rainone. «Mi dica lei quello che gradisce», dice a un altro candidato riferendosi ai temi da affrontare. E il candidato risponde indicando le materie preferite. Un’altra candidata è tesa, «abbastanza scossa», Rainone la rassicura: «Stai tranquilla dai, tu mi devi solo dire» e concordano le domande. 

«La chiamavo perché noi ci siamo detti, lei mi ha parlato di un pensierino già l’altra volta quando ci siamo visti», dice Rainone a un altro candidato che risponde affermativamente al presidente di commissione. Non risultano contatti tra Esposito, il segretario della commissione esaminatrice, e i candidati, ma il giudice Giuseppe Cario scrive di un «accordo consolidato tra Rainone ed Esposito». I due, parlando di un possibile reato di falso commesso, si rassicurano. Rainone dice che lo devono sempre dimostrare. L’altro concorso che ha aggravato ulteriormente la posizione degli indagati e denunciato da Domani è quello per i 70 posti a tempo indeterminato, indetto dalle aziende sanitarie di Latina, Frosinone Viterbo e Roma 3, che ha visto ammettere alla prova pratica parenti dei dipendenti dell’Asl di Latina che hanno ottenuto i voti più alti. Anche in questo Rainone ricopre la carica di presidente ed Esposito di segretario della commissione. Gli investigatori scoprono che Esposito accede alla piattaforma dove la società esterna aveva caricato le prove e scarica i quiz, poi cancella le email intercorse con Rainone. Non basta. Rainone, appena viene a conoscenza dell’indagine dei finanzieri, incontra Claudio Flamigni, estraneo alle indagini, ma a conoscenza dei fatti perché responsabile della società di gestione della piattaforma. «L’indagato Rainone gli chiese di supportare la sua versione ossia che lui non aveva mai visto i quiz prima del concorso», scrive il giudice. Subito dopo Rainone, visto che era in scadenza l’accordo tra l’Asl e la società di Flamigni, dice: «ma poi se divento direttore amministrativo io vediamo se riusciamo a continuare il rapporto». Qualche mese dopo il 9 aprile 2021, quando erano già stati notificati gli avvisi di garanzia, in una conversazione captata nell’azienda sanitaria di Latina, Rainone fa segno delle manette a Esposito e di zittirsi indicando il telefono sulla scrivania. Per farsi capire mima perfino il gesto di lanciare il telefono. Esposito parla comunque facendo riferimento che tutto è accaduto perché qualche candidato «non ha beneficiato» del concorso. Rainone replica che l’eventuale reato di falso gli inquirenti devono sempre dimostrarlo. Per supportare le misure cautelari vengono riportate altre intercettazioni che rivelano di un’indagine più ampia. «È assolutamente funzionale alla politica perché fa piaceri a tutti», dice di Rainone, l’allora direttore generale dell’Asl di Latina, Giorgio Casati, non indagato. Casati, che oggi guida l’asl Roma 2, parla anche di altri. L’intercettazione risale allo scorso febbraio. Con l’interlocutore parla del consigliere regionale Giuseppe Simeone, presidente della commissione sanità, di Forza italia, esprimendo pesantissimi giudizi. «Sta facendo di tutto perché lui si deve vendicare (...) è un vero camorrista». Parole che il giudice riporta, ma bisogna precisare che Simeone è totalmente estraneo all’inchiesta e ha più volte attaccato proprio la gestione di Casati. Non è finita, Casati parla anche di suoi colleghi e dei rapporti con la politica. «Quell’altro (riferito a Visconti, attuale direttore sanitario dell’asl di Latina) lo tengono per le palle per N ragioni, quindi adesso la politica sta dilagando, la gente non esce neanche dagli uffici mi raccontavano… per non farsi inculare». Dopo gli omissis, Casati continua: «Mi han fatto ieri il provvedimento mi son sentito male, io sarei andato giù a Latina, avrei preso un bastone dallo sulla testa a questi coglioni di politici bastardi». 

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