Domani aveva denunciato le anomalie nel concorso indetto all'azienda sanitaria locale di Latina per 70 posti di assistente amministrativo a tempo indeterminato, ma Claudio Rainone, direttore dell’unità operativa reclutamento dell’Asl di Latina nonché presidente della commissione esaminatrice, aveva risposto al nostro giornale che tutto si era svolto regolarmente. Questa mattina la polizia di stato e la Guardia di finanza di Latina hanno eseguito due misure cautelari, disposte dalla procura di Roma. Ai domiciliari sono finiti proprio Claudio Rainone e Mario Graziano Esposito, funzionario dell'unità operativa.

Il concorso dell’Asl di Latina, bandito dalle aziende sanitarie locali di Latina, Frosinone, Viterbo e Roma 3, per 70 posti di assistente amministrativo a tempo indeterminato, era finito sotto accusa per i troppi parenti di dipendenti tra i vincitori della prova scritta. I reati contestati sono quelli di falsità ideologica in atti pubblici e rivelazione di segreti di ufficio, entrambi nella forma aggravata.

Domani aveva chiesto proprio a Rainone in data 3 gennaio chiarimenti ricevendo di tutta risposta che i punteggi assegnati a figli e parenti dei dipendenti erano «irrilevanti e casuali». Nella risposta venivano smentite «le presunte irregolarità paventate». 
«Si rileva che la procedura concorsuale si è svolta in trasparente regolarità ed aderenza alla normativa vigente in tema di procedure concorsuali; inoltre, i quesiti sottoposti ai concorrenti nelle tre giornate della prova scritta - 28-29-30 dicembre 2020 -, in cinque distinte sessioni d'esame, non sono stati formulati dalla commissione esaminatrice, ma da una società esterna, vincitrice di una apposita gara, per un numero complessivo di circa n. 450 quesiti.

La commissione esaminatrice è pervenuta nella disponibilità dei quesiti, che dovevano essere estratti nell'ambito di ciascuna sessione d'esame, soltanto al momento dell'estrazione degli stessi da parte dei candidati scelti dagli altri partecipanti alla procedura. Comunque, si precisa che i concorrenti risultati idonei alla prova scritta sono 310 e che, tra gli stessi, diverse decine hanno totalizzato un punteggio elevato, risultando quindi irrilevante e casuale la circostanza che alcuni candidati abbiano rapporti di parentela con dipendenti», diceva nella risposta Claudio Rainone.

La storia, secondo l’inchiesta, è diversa. Le indagini hanno permesso di accertare che gli indagati, nei giorni precedenti le prove scritte e orali, hanno rivelato i quesiti predisposti per il concorso ovvero le domande che sarebbero state poste in sede di esame, attestando falsamente la regolarità della procedura dei verbali della commissione.

Dal complesso delle attività investigative eseguite dalla Guardia di finanza e dalla polizia di stato, è chiaramente emerso come, in entrambi i concorsi, le procedure previste dai bandi a tutela dell’imparzialità della pubblica amministrazione e volte a favorire il merito degli aspiranti, siano state “piegate” e falsate in favore di rapporti di conoscenza più o meno diretta dei candidati.
Anche se “solo” in cinque casi è stato possibile identificare i beneficiari delle “anticipazioni” - accertando come i membri della commissione, in particolare il dirigente oggi arrestato, abbiano contattato i candidati per comunicare loro le domande che avrebbero posto in sede di esame orale. 

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