Mps: la motivazione della sentenza

Per il tribunale è provata «l’intenzione dell’inganno»

Foto LaPresse -Bianchi/LoDebole 14/04/2016 Firenze Italia SIENA -Assemblea ordinaria degli azionisti di Banca Monte dei Paschi di Siena. Nella foto Fabrizio Viola numero uno MPS. Photo LaPresse Bianchi/LoDebole 14/04/2016 Firenze Italy SIENA-ordinary shareholders ' meeting of Banca Monte dei Paschi di Siena. In The pic Fabrizio Viola Numbers One MPS
Foto LaPresse -Bianchi/LoDebole 14/04/2016 Firenze Italia SIENA -Assemblea ordinaria degli azionisti di Banca Monte dei Paschi di Siena. Nella foto Fabrizio Viola numero uno MPS. Photo LaPresse Bianchi/LoDebole 14/04/2016 Firenze Italy SIENA-ordinary shareholders ' meeting of Banca Monte dei Paschi di Siena. In The pic Fabrizio Viola Numbers One MPS

Le motivazioni della condanna a sei anni di carcere per Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, ex presidente ed ex amministratore delegato del Monte dei Paschi di Siena. «La verità è banale come buona parte delle verità» hanno scritto i giudici di Milano

  • Nella motivazione della condanna a sei anni di carcere di Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, ex presidente ed ex amministratore delegato del Monte dei Paschi di Siena, si legge che che c’era la volontà di ingannare. Per i due è stato «spirito di servizio»
  • La banca, ricostruiscono i giudici «aveva due necessità: ristrutturare precedenti investimenti in perdita e occultare i costi sostenuti per l’intervento di salvataggio», comprensivi della remunerazione di Nomura e Deutsche Bank, autrici della ristrutturazione dei famosi derivati Santorini e Alexandria.
  • Il fine era «rassicurare il mercato in vista dell'incetta di denari che si sarebbe da lì a poco perpetrata con gli aumenti di capitale». Ovvero 8 miliardi di euro chiesti per salvare la banca a spese non solo di investitori professionali ma anche di tanti ignari risparmiatori privati. La Consob è stata «inerte».

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