Il procuratore aggiunto Rocco Alfano e il sostituto procuratore Guglielmo Valenti, nel processo d’appello per la costruzione del Crescent, hanno chiesto la condanna a un anno e sei mesi per Vincenzo De Luca, all’epoca dei fatti sindaco di Salerno, e la confisca della struttura edificata sul lungomare della città campana. In primo grado gli imputati erano stati tutti assolti. De Luca, oggi presidente della regione Campania, è sotto processo per falso, gli viene contestata la firma sotto una nota all’interno delle procedure autorizzative del Crescent, la mezzaluna disegnata dall’architetto Ricardo Bofill, contestata dalle associazioni ambientaliste che hanno criticato l’opera, definendola un ecomostro. In primo grado tutti gli imputati erano stati assolti, i pubblici ministeri hanno chiesto le condanne anche per altri sei imputati: dirigenti comunali, funzionari della soprintendenza e costruttori. Il Crescent rappresenta il simbolo del potere deluchiano a Salerno, città che ha amministrato per anni, prima di lasciare un fedelissimo alla guida. La mezzaluna aveva l’obiettivo di rilanciare un’area abbandonata con la costruzione di uno spazio fruibile con negozi, parcheggi interrati e appartamenti di lusso. Il progetto ha visto fin da subito l’opposizione di un comitato di cittadini e di alcune associazioni ambientaliste, come Italia Nostra. Dopo l’assoluzione, in primo grado, ora la pubblica accusa chiede la condanna degli imputati e la confisca dell'edificio con destinazione del bene al patrimonio del comune di Salerno. Il prossimo 6 aprile saranno ascoltate proprio le parti civili, quindi Italia Nostra e No Crescent, poi toccherà alle difese degli imputati.

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