Stefano Merler, direttore del centro di ricerca per le emergenze sanitarie della Fondazione Bruno Kessler, aveva trasmesso le stime di sviluppo dell’epidemia ai suoi interlocutori della Regione Lombardia: una mail «confidenziale» che Domani ha potuto leggere, rimasta finora riservata e acquisita agli atti dell’inchiesta della Procura di Bergamo per epidemia colposa e falso
- Considerando i casi sintomatici registrati nei tre focolai allora individuati, Codogno, Bergamo e Cremona, la stima del tasso di riproduzione (Rt) del contagio per l’intera Lombardia in quel momento è di 2.1, addirittura più alto di quello di Bergamo o di Codogno (rispettivamente 1.80 e 1.84), che è appena entrata in zona rossa.
- In poche parole, secondo quei calcoli, l’epidemia sarebbe fuori controllo in tutta la regione già alla fine di febbraio, anche perché «alcuni casi sparsi qua e là non sono associati a nessuno dei tre cluster», precisa Merler.
- Ma qualcosa si deve essere interrotto nella catena di comunicazione tra Milano e Roma. In quegli otto giorni quante vite si sarebbero potute salvare?