«L'allarme per il virus si percepisce pure qui, ma la funzione di un'istituzione di garanzia è ancor più fondamentale in una fase di emergenza; che richiede però una responsabilità collettiva, come ha ricordato il presidente Mattarella». Lo dice, in un'intervista al Corriere della Sera, il presidente della Corte Costituzionale Mario Rosario Morelli, che spiega: «Dalla solidarietà discende il dovere di evitare comportamenti egoistici e di perseguire sempre l'interesse comune, e ciò vale sia per le istituzioni che per ciascun cittadino».

Questo comporta, spiega, «un piccolo sacrificio di tutti i valori in campo, perché non esistono 'diritti tiranni'. La Corte lo ha scritto, tra l'altro, nella sentenza sull'Ilva di Taranto, quando bisognava trovare un equilibrio tra il diritto alla salute, il diritto al lavoro, il diritto d'impresa: non ce n'è uno da tutelare in maniera integrale a discapito di altri, ma, in una situazione di conflitto, ciascuno può essere sacrificato, sia pure nella misura minima possibile, per consentire la tutela degli altri. Ciò vale anche nella difficilissima stagione che stiamo vivendo».

Per quanto riguarda la politica, Morelli sottolinea: «La leale collaborazione non è che il modo di declinare la solidarietà tra le istituzioni. È un principio immanente, e in momenti come quello attuale diventa ancora più pressante la necessità di praticarlo».

«La Corte - aggiunge poi - non si è fermata mai, neppure a Ferragosto. Di recente, è stata prevista una modalità 'mista' di partecipazione alle udienze pubbliche: singoli giudici o avvocati eventualmente impossibilitati ad essere presenti, ma solo per motivi legati al Covid, possono partecipare collegandosi da remoto».

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