«Verità e giustizia per Rami Elgaml», a un mese e mezzo dalla morte del 19enne, arrivata dopo un inseguimento dei carabinieri allo scooter – che non si era fermato per un controllo – su cui si trovava insieme a Fares Bouzidi, a Milano, Roma e Bologna le realtà antagoniste si sono ritrovate in piazza per tre presidi che si sono svolti in contemporanea. E che sono sfociati in momenti di tensione a Roma e in una notte di guerriglia urbana a Bologna dove è stata presa di mira anche la Sinagoga.

La famiglia di Ramy Elgaml: «Non utilizzate il suo nome per atti di violenza o per fini politici»

La famiglia di Ramy Elgaml; «condanna fermamente ogni forma di violenza e vandalismo che si è verificata nelle manifestazioni delle scorse ore» e chiede che «la sua figura non venga strumentalizzata per fini che non hanno nulla a che fare con la nostra richiesta di verità e giustizia per cui abbiamo riposto massima fiducia nella magistratura e nelle forze dell'ordine». Le parole arrivano all’agenzia di stampa Agi, attraverso l’avvocata Barbara Indovina, legale della famiglia del 19enne. «La perdita di Ramy è per noi un dolore immenso e insopportabile. Il nostro unico desiderio è che la giustizia segua il suo corso senza strumentalizzazioni. Crediamo che il ricordo di Ramy debba essere un simbolo di unità e non di divisione o distruzione. Il nostro appello è rivolto a tutti coloro che scelgono di onorare la sua memoria: fatelo in modo pacifico e costruttivo, attraverso il dialogo e il rispetto reciproco». Inoltre, proseguono i familiari, «ci dissociamo da qualsiasi utilizzo politico del nome di nostro figlio. Ramy era un ragazzo pieno di vita, amato dalla sua famiglia e dai suoi amici, e non vogliamo che la sua figura venga strumentalizzata per fini che non hanno nulla a che fare con la nostra richiesta di verità e giustizia per cui abbiamo riposto massima fiducia nella magistratura e nelle forze dell'ordine. Chiediamo a tutti di rispettare il nostro dolore e di unirsi a noi nella ricerca di un percorso che porti a una vera giustizia, senza odio, senza violenza e senza divisioni».

A Roma cariche della polizia dopo il lancio di fumogeni e bombe carta

A Roma l’appuntamento per il presidio era a piazza dell’Immacolata, nel quartiere di San Lorenzo. Un sit in che si è trasformato in corteo e che ha visto la polizia caricare i manifestanti, su ordine del questore, «per tutelare l’incolumità dei poliziotti» dopo il lancio di fumogeni e bombe carta verso le forze dell’ordine una delle quali ha infranto il vetro di un blindato della polizia. Il bilancio è di otto poliziotti feriti.

Dopo gli scontri il corteo è ripartito in direzione di Porta Maggiore. «Ringrazio il Questore e tutte le forze dell'ordine per l'equilibrio dimostrato nel gestire questa situazione», così il prefetto di Roma, Lamberto Giannini, «è inaccettabile scendere in Piazza con la predeterminazione di aggredire le forze dell'ordine, come dimostra il fatto che l'attacco è avvenuto contro gli agenti schierati a presidio di una caserma, attraverso l'utilizzo di petardi e altri oggetti contundenti». 

Tensioni e disordini nella notte a Bologna dopo il corteo per Ramy

A Bologna il presidio, organizzato dal Coordinamento antirazzista, si è svolto in centro, a piazza San Francesco. Anche qui ci sono stati momenti di tensione: i manifestanti hanno lanciato petardi e altri oggetti in direzione delle forze dell’ordine che, in alcune occasioni sono entrate in contatto con gli studenti medi. Secondo quanto riporta la stampa locale, la situazione è poi degenerata quando il piccolo corteo di giovanissimi si è diretto verso il Pratello dove è esplosa la rabbia. Lanci di petardi e bombe carta contro il commissariato Due Torri San Francesco e lancio di sassi e bottiglie contro la polizia. Dopo essersi dispersi, i manifestanti si sono ricompattati intorno alle 23. Lanci di bottiglie, cassonetti bruciati, dehors distrutti, barricate alzate con le transenne dei cantieri, vetrine e ingressi di banche presi di mira e distrutti. Una notte di guerriglia che è terminata con due manifestanti denunciati dalla polizia. 

«Questa notte, gruppi di violenti hanno devastato il centro storico della nostra città incendiando cassonetti, lanciando pietre e ogni sorta di oggetto contro le forze di polizia e i vigili del fuoco. Sono state infrante vetrine, agiti atti vandalici e imbrattati muri con scritte, rovesciate fioriere e dehors. Stiamo ancora facendo la conta dei danni, che comunque appaiono ingenti, in molte strade e piazze. Particolare preoccupazione va espressa per gli atti vandalici e le minacce contro la Sinagoga di Bologna, per la quale esprimo la mia solidarietà alla comunità ebraica. Così come esprimo solidarietà ai commercianti e lavoratori che hanno subito danneggiamenti, saremo al loro fianco», ha scritto il sindaco di Bologna Matteo Lepore. Sono dieci i poliziotti rimasti feriti durante i tafferugli.

A Milano fumogeni e vernice rossa sull’asfalto

A Milano, dove si erano già svolte manifestazioni nei giorni scorsi, la mobilitazione è stata indetta dai Giovani palestinesi, dal centro sociale Il Cantiere e dalle realtà che aderiscono al Coordinamento antirazzista. Il corteo ha attraversato il centro della città, all’incrocio tra Corso Monforte e via San Damiano è stata gettata per terra della vernice rossa, simbolo del sangue. Il corteo si è poi fermato in via Vitruvio dove è stato realizzato un murale con la scritta «Ramy vive». 

La polemica politica

Finiti gli scontri a Roma è iniziata la polemica politica: «Ancora una volta denunciamo e condanniamo le brutali cariche di polizia contro i manifestanti del corteo che stava percorrendo le strade del quartiere romano di San Lorenzo per chiedere giustizia e verità per Ramy Elgaml», ha detto Giovanni Barbera di Rifondazione Comunista. Subito la risposta dei sindacati di polizia e del ministro Piantedosi: «I disordini e gli attacchi alle forze di Polizia che negli ultimi due giorni si sono verificati in varie città italiane dimostrano, ancora una volta, l'esistenza e la pericolosità di soggetti organizzati che strumentalizzano ogni tema, fatto o episodio, perfino una dolorosa tragedia come quella del giovane Ramy, soltanto per seminare violenza. Queste aggressioni devono essere condannate da tutti, senza indecisioni o speciosi distinguo, anche per sostenere un clima di fiducia nei confronti delle nostre forze di Polizia». 


Nella mattina di domenica 12 gennaio arriva anche la presa di posizione della premier Giorgia Meloni: «Tra bombe carta, fumogeni e aggressioni, ieri sera a Roma abbiamo assistito all’ennesimo, ignobile episodio di disordine e caos ad opera dei soliti facinorosi scesi in piazza non per manifestare per una causa, bensì per puro spirito vendicativo. Non si può utilizzare una tragedia per legittimare la violenza. Alle Forze dell’Ordine va la nostra solidarietà, insieme agli auguri di pronta guarigione agli agenti feriti. Siamo dalla vostra parte», ha scritto su Instagram.
Ferma condanna arriva anche dal presidente del senato Ignazio La Russa: «Esprimo ferma e totale condanna per i gravissimi episodi di violenza avvenuti a Roma e a Bologna, dove numerosi delinquenti hanno lanciato bombe carta contro un commissariato, aggredito le forze dell'ordine e assaltato una sinagoga. Nessuna giustificazione, nessuna tolleranza è ammissibile per questi episodi, che purtroppo continuano a ripetersi con preoccupante regolarità. Ai sindaci di Roma e Bologna, alle Forze dell'ordine e alla comunità ebraica va la vicinanza mia personale e quella del Senato della Repubblica», ha scritto su Facebook.

Crosetto: «Intervento legislativo a tutela delle forze dell’ordine»

«Dobbiamo immaginare interventi legislativi che tutelino ancor di più le nostre forze dell'ordine nello svolgimento del loro lavoro.
Così come è in tutte le nazioni democratiche.
Non capisco come possano esserci persone, forze politiche e vari fiancheggiatori da salotto che cercano ogni occasione per mettere le forze di polizia o le forze armate sul banco degli imputati, anche se hanno solo fatto il loro dovere. Così facendo rafforzano chi attacca lo Stato ed indeboliscono chi lo difende». Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto, su X commentando gli scontri di Roma e Bologna.

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