I media continuano a snocciolare quotidianamente dati. Sui social si alternano le immagini dei camion dell’esercito a Bergamo e delle manifestazioni negazioniste. È sempre più indispensabile riallineare la percezione pubblica su numeri e dinamiche di una pandemia che si prolungherà nel tempo, condizionando tutti gli aspetti della nostra vita
- A sette mesi dal paziente 1 di Codogno i media continuano a snocciolare quotidianamente numeri su contagi, tamponi, decessi, ricoveri, terapie intensive e decessi, alimentando una schizofrenica alternanza di ottimismo o pessimismo sull’evoluzione della pandemia.
- La comunicazione istituzionale si è progressivamente ridotta all’osso. L’eccellente report epidemiologico settimanale dell’Istituto superiore di sanità resta una pubblicazione per addetti ai lavori.
- Oggi è sempre più indispensabile riallineare la percezione pubblica su numeri e dinamiche di una pandemia che si prolungherà nel tempo, condizionando tutti gli aspetti della nostra vita.
A sette mesi dal paziente 1 di Codogno i media continuano a snocciolare quotidianamente numeri su contagi, tamponi, decessi, ricoveri, terapie intensive e decessi, alimentando - come un sadico yo-yo - una schizofrenica alternanza di ottimismo o pessimismo sull’evoluzione della pandemia. Sui social da mesi si rincorrono narrative e immagini che spaziano dalla fila di camion dell’esercito a Bergamo alla folle estate dei giovani assembrati in discoteca senza mascherine, fino alle manifestazioni neg



