La gente di Catania parla di «scene apocalittiche» per descrivere il nubifragio che martedì 26 ottobre si è abbattuto sulla zona, provocando due morti e sommergendo il centro storico della città. Rimangono in allerta rossa per il maltempo, sia la Sicilia che la Calabria, dove secondo i vigili del fuoco ci sono stati almeno 500 interventi. Di questi, la metà sono stati solo nel catanese, dove il nubifragio ha bloccato diverse persone in casa o in auto.

Le vittime

La provincia di Catania è la zona più colpita dal maltempo. Martedì, a Garavina di Catania, un uomo di 53 anni è morto annegato, travolto dalla fiumana d’acqua che ha invaso la strada, dopo essere sceso dalla sua auto che si stava allagando.

Non è la prima vittima di questa ondata di maltempo nella regione: lunedì è stato ritrovato il corpo di un apicoltore 67enne a Scordia, sempre nel catanese, trascinato via da un’ondata di piena. Risulta invece ancora dispersa sua moglie, una donna di 61 anni. I soccorritori sono arrivati a cercarla fino alle campagne di Lentini, nel siracusano: sarebbe stata trascinata per oltre due chilometri.

La situazione a Catania

Nel capoluogo etneo, le strade del centro storico si sono trasformate in torrenti, a causa dell’acqua piovana che si è riversata lì dai paesi e dalle campagne circostanti. Mentre in città è straripato ancora il fiume Simeto.La via Etnea, così come altre vie del centro e come piazza Duomo, si sono riempite completamente d’acqua. La Pescheria si è allagata, così come il pronto soccorso pediatrico dell’ospedale Garibaldi e il Tribunale, dove sono state sospese le udienze.

Il sindaco di Catania, Salvo Pogliese, ha esortato l’intera popolazione «a non uscire di casa se non per ragioni di emergenza». «Sono tanti», ha fatto sapere Pogliese nel suo messaggio scritto su Facebook, «i cittadini intrappolati che chiedono interventi di emergenza per lo straordinario livello di forza raggiunto dalla pioggia».

In accordo con il Prefetto, inoltre, il primo cittadino ha disposto «la chiusura immediata di tutte le attività commerciali fino a mezzanotte».

L’assessore alla Protezione civile,  Alessandro Porto, ha detto che è stato convocato un tavolo di crisi: «Molte persone hanno dovuto lasciare le loro case e i vigili del fuoco sono sovraccarichi di lavoro», ha aggiunto. 

All’aeroporto Fontarossa per tutta la giornata di martedì sono proseguite le difficoltà nell’atterraggio e nella partenza dei voli ed è stato chiuso un terminal. Diversi tratti di strada, inoltre, non sono percorribili. La tangenziale ovest è stata chiusa al traffico e Anas ha chiuso alla circolazione la strada statale 192, allagata.

Vigili da tutta la Sicilia si sono diretti a Catania, per far fronte alle centinaia di richieste di soccorso che sono arrivate, da persone rimaste bloccate in casa o in auto. A Misterbianco, i vigili hanno dovuto estrarre diversi automobilisti dai loro veicoli.

Nel messinese

La situazione è rimasta grave anche nella provincia di Messina, in particolare sul versante jonico, colpito da allagamenti e smottamenti. I vigili del fuoco sono dovuti intervenire soprattutto nella zona di Letojanni e Taormina. Una frana ha reso inagibile la strada provinciale che collega Santa Teresa Riva con Savoca e Casalvecchio. Mentre sul versante tirrenico, è stato chiuso un tratto della strada provinciale 157 a causa dello straripamento del torrente Fitalia. 

Il sindaco di Messina, Cateno De Luca, ha annunciato che le scuole resterano chiuse per tre giorni: «Anche se le condizioni meteo dovessero migliorare, ci serviranno per verificare le condizioni degli istituti messinesi». 

La Calabria

Anche la Calabria continua a essere colpita dal maltempo, soprattutto nella zona delle Serre, l'Appennino tra le province di Vibo Valentia e Catanzaro. Il transito per le statali 106 e 107 è stato interrotto a causa di frane e in provincia di Vibo Valentia in 48 ore sono caduti 451 millimetri di pioggia.

Una imbarcazione con a bordo 50 migranti, in difficoltà per le onde alte fino a sei metri al largo di Capo Rizzuto, è stata soccorsa dalla Guardia costiera nella notte fra lunedì e martedì. Nella mattinata del 26 ottobre, i profoghi messi in salvo sono sbarcati a Reggio Calabria. 

La nave di Medici senza frontiere

Martedì, inoltre, la ong Medici senza frontiere ha chiesto che l’Italia indicasse un porto sicuro per la sua nave Geo barentes. A bordo dell’imbarcazione, che si trova al largo delle coste siciliane, ci sono 367 persone. Si teme che la nave possa avere difficoltà ad affrontare la situazione del maltempo. 

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