Non si è ancora chiarito il mistero sulla morte di Stefano Ansaldi, il ginecologo campano di 65 anni trovato sgozzato sabato scorso vicino alla stazione Centrale di Milano.

Non è stata una rapina

Se inizialmente si era pensato che l’omicidio fosse stato la conseguenza di una rapina finita male, negli ultimi giorni gli elementi al vaglio degli investigatori, hanno fatto pensare a un raptus. Il delitto, compiuto con una coltellata alla giugulare, appare infatti troppo efferato per essere stato compiuto da un presunto ladro che tra l’altro ha lasciato a terra un rolex appartenente alla vittima. A provare il raptus ci sarebbe anche il coltello usato per il delitto e lasciato vicino alla vittima. L’assassino ha comunque rubato lo smartphone e il portafogli del ginecologo. Un’azione che potrebbe essere dovuta più alla volontà di ostacolare le indagini che a quella di appropriarsi del materiale.

Ansaldi conosceva l’assassino

Secondo gli inquirenti, Ansaldi conosceva il suo assassino. L’uomo aveva preannunciato alla famiglia che avrebbe compiuto un viaggio in giornata da Napoli a Milano per motivi di lavoro ed è stato ripreso da diverse telecamere mentre si aggirava nei pressi della stazione prima di essere ucciso. Due giovani hanno detto di avere visto Ansaldi accasciarsi a terra e “sopravvivere pochi secondi” dopoil colpo mortale ricevuto. Le indagini nel frattempo continuano anche se rese più difficili dalla mancanza impronte sul coltello usato per l’omicidio. Le motivazioni dietro quest’ultimo dettaglio non sono però immediatamente state chiarite visti i tempi di pandemia.

© Riproduzione riservata