Dalle intercettazioni riportate nell’ordinanza di misura cautelare emessa dal gip Manuela Gallo, relativa all’operazione «sistema Cosenza», emerge il ruolo avuto dall’ex commissario alla Sanità della Calabria Saverio Cotticelli.

In particolare, Cotticelli è indagato per falsità ideologica in merito all’approvazione da parte dell’Asp di Cosenza del bilancio d’esercizio 2017. Secondo gli inquirenti i 18 indagati hanno creato un «sistema di malaffare» in grado di occultare il depauperimento delle risorse finanziarie e l’ex commissario alla Sanità calabrese avrebbe «omesso l’adozione dei provvedimenti di competenza».

Le intercettazioni

Dai tabulati telefonici è evidente la percezione che gli altri dirigenti e dipendenti della struttura sanitaria avevano nei confronti dell’ex commissario, licenziato dal premier Conte nel novembre del 2020 per non aver effettuato il piano pandemico per la regione Calabria.

In una conversazione intercettata tra Sergio Diego, ex direttore generale dell’Asp dimessosi nel 2019, e Franco Pacenza, ex consigliere della regione Calabria e consulente personale per le politiche sanitarie dell’allora presidente Mario Oliverio, i due definiscono Cotticelli come uno che «non ha contezza delle cose».

Nella conversazione riportata, Sergio Diego fa riferimento alla cieca fiducia che Cotticelli ripone nei suoi confronti che gli permette di farsi approvare qualsiasi documento lui gli presentasse: «...me firma tutto pe’ la Madonna!» dice a Pacenza, il quale gli risponde che il problema è che «lui non ha contezza delle cose capi? È disarmante».

L’estrema fiducia di cui gode l’allora direttore dell’Asp è confermata anche dagli inquirenti, i quali scrivono che «Sergio Diego ha pienamente compreso la gravità della situazione e le ansie dei dirigenti preposti alla redazione del bilancio, evita di assumersi responsabilità rimettendo a Cotticelli, di cui vanta la stima, ogni decisione e abbandonando sostanzialmente l’Azienda al proprio destino». In particolare, gli investigatori si riferiscono all’approvazione del bilancio del 2018, che i dirigenti dell’Asp avevano difficoltà a redigere per via della manipolazione delle rendicontazioni degli anni precedenti finite nelle indagini della magistratura.

L’assenza di responsabilità da parte del dirigente Sergio Diego è evidente anche in altre intercettazioni quando dice «a mia ca va in default l’Azienda sanitaria non me ne fotte niente».

Sia Franco Pacenza sia Sergio Diego non sono stati iscritti nel registro degli indagati, ma le loro posizioni e intercettazioni sono state di estrema importanza perché «hanno consentito di inserire ulteriori tasselli al complesso mosaico di vicende» su cui stanno indagando gli inquirenti.

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