«È inutile illudersi, l'unico modo per piegare la curva epidemiologica è limitare i contatti tra le persone. La strada è ancora lunga ma non è necessario il lockdown. Abbiamo comunque una riduzione dei decessi e perciò è fondamentale continuare tutti a rispettare le regole». Lo sostiene Fabio Ciciliano, segretario del Comitato tecnico scientifico, in un'intervista al Corriere della Sera.

Commentando i dati del contagio chiarisce: «So bene che, purtroppo, c’è un'inversione di tendenza dei ricoveri nei reparti e nelle terapie intensive che sono tornati ad aumentare. Gli effetti della stretta di Natale potranno comunque essere visibili tra due-tre settimane».

A suo dire, «i numeri dei contagi aumentano quando aumentano i contatti tra persone» e «maggiore socialità equivale ad avere maggiore circolazione del virus». La zona bianca? «È prematuro parlare di soglie. Condivido però l'idea di prospettiva che deve avere il paese verso il ritorno a una certa normalità. Con questi numeri, però, mi sembra francamente troppo precoce pensare a caratterizzare le zone bianche adesso», aggiunge Ciciliano.

«Le misure previste dai decreti che classificano le regioni a seconda dei diversi livelli di rischio (le cosiddette aree gialle, arancioni o rosse) hanno funzionato e funzionano tuttora. L'effetto della loro applicazione», sottolinea il segretario del Cts, «è riscontrabile dai numeri dei decessi che si stanno riducendo progressivamente. È proprio grazie a queste misure che stiamo registrando questa importante riduzione delle vittime.

Il Cts non ha abbassato le soglie. Questi sono aspetti che competono alla componente politica e sarà il governo a decidere. Il Cts ha rilevato che i numeri stanno tornando a salire e che tre regioni presentano già un Rt superiore a 1 e altre tre lo sfiorano», chiarisce Ciciliano.

Le lentezze della campagna vaccinale? «Alcune Regioni sono state rapide fin dall'inizio, mentre altre non sono ancora partite. La campagna vaccinale durerà alcuni mesi solo se si riuscirà a mantenere un ritmo sostenuto nelle somministrazioni dei vaccini. È una maratona, non uno sprint», sintetizza con una metafora.

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