Dopo tre mesi in cui l’epidemia sembrava affievolirsi, a partire dall’inizio di luglio si è registrato un aumento dei contagi anche in Italia. I numeri di questa settimana sono quasi il doppio rispetto a quella passata: 12.719 nuovi casi contro 6.921. «Siamo ancora sotto la soglia epidemica a livello nazionale, l’Rt non ha superato l’1, ma l’Rt aumentato, cioè proiettato di una settimana, è destinato a superare l’1», ha spiegato Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità. Quanto l’indice Rt è superiore a 1 significa che l’epidemia si sta espandendo.

Le varianti

Ieri sono stati registrati 2.898 casi e molte regioni sono a rischio zona gialla. L’aumento è significativo, ma per ora non corrisponde un aumento in termini di ricoveri e decessi. La causa principale della ripresa della circolazione del virus è considerata la variante Delta, mutazione del virus originata in India. In Italia, secondo l’ultimo comunicato dell’Iss del 2 luglio, la Delta coinvolgeva il 22,7 per cento dei contagi, per via della sua maggiore trasmissibilità.

Nonostante la campagna di vaccinazioni di massa, lo scenario inizia a ricordare in modo preoccupante quello dell’estate 2020: un’illusione di normalità seguita dal ritorno dei contagi.

Immunità di gregge

Il commissario straordinario all’emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo il 30 marzo scorso riferiva a Camera e Senato e annunciava l’obiettivo di «conseguire la vaccinazione dell’80 per cento della popolazione entro il 30 settembre di quest’anno».

A oggi, il sito del governo registra quasi 60 milioni di somministrazioni, ma le persone che hanno completato il ciclo vaccinale sono il 47,76 per cento della popolazione over 12. Ben lontano da quell’80 per cento prefigurato da Figliuolo.

Tracciamento

Come un anno fa, il tracciamento non funziona bene, mentre le fasi meno drammatiche dell’epidemia sarebbero l’occasione per individuare in tempo i pochi contagiati e isolarli, così da prevenire la crescita esponenziale. In base ai dati dell’Iss, tra novembre 2020 a giugno 2021, ogni settimana il 30 per cento casi non è stato riconducibile a nessuna catena di contagio. Come osserva Youtrend, la percentuale varia da regione a regione: in Molise per esempio «i casi non associati a catene di trasmissione sono pari allo 0 per cento, mentre in altre regioni si arriva anche all’89 per cento, come in Trentino, passando dal 51 per cento in Toscana».

Amministrative

I contagi risalgono e si sta prendendo seriamente in considerazione l’anticipo del voto delle amministrative. È uno scenario che il presidente del consiglio Mario Draghi deve considerare perché esiste, al di là delle volontà politiche dei partiti, il rischio che in autunno ci si ritrovi nella stessa situazione di un anno fa, quando le regionali in Emilia-Romagna e Toscana contribuirono alla diffusione del virus. Poi, nel frattempo, si è votato in relativa sicurezza in molti paesi, anche se in Italia è stato il capo dello stato in persona, Sergio Mattarella, a spiegare che dopo la crisi del governo Conte era troppo rischioso anche solo pensare di andare alle urne.

Scuole

Altro déjà vu che ci riporta al 2020 è il dibattito su se, quando e come riaprire le scuole: di piani in caso di ripresa dei contagi non ce ne sono. Si spera nei vaccini. «Oggi abbiamo apprezzato il verbale del Cts perché individua la necessità di garantire la presenza a scuola di tutti i ragazzi e ragazze, bambine e bambini come obiettivo fondamentale. La priorità è quella di vaccinare tutto il personale scolastico e, dove ci sono le condizioni, i ragazzi, rispettando le fasce di età e le tipologie di vaccino», ha affermato Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl scuola.

Nel verbale del 12 luglio, infatti, il Cts sottolinea la necessità di dare priorità alla didattica in presenza per l’anno scolastico 2021/2022, individuando come misura prioritaria e fondamentale la vaccinazione: «è dunque essenziale promuovere la vaccinazione nella scuola, tanto del personale scolastico (docente e non docente), quanto degli studenti», si legge nel verbale.

Il Cts ritiene quindi che il personale scolastico debba avere accesso prioritario al vaccino ed evidenzia la possibilità di vaccinare anche gli studenti con età superiore ai 12 anni, dopo la recente approvazione del vaccino Pfizer/BioNTech dai 12 ai 15 anni.

La situazione sembra dunque essere migliore rispetto a quella di un anno fa: «L’estate scorsa non avevamo neanche il protocollo per la sicurezza. Abbiamo impiegato molti mesi per far capire che le misure di sicurezza nella scuola erano fondamentali. C’è una sensibilità diversa ora», spiega Gissi. Sono state anche sbloccate 112.473 possibili assunzioni del personale docente e dal ministero dell’Istruzione fanno sapere che sono stati stanziati 1,6 miliardi per la sicurezza nelle scuole. «Il ministro vuole arrivare a fine agosto con un quadro fermo. Ha imposto quindi la scadenza del 31 luglio per completare le assunzioni e la data del 31 agosto per la selezione dei supplenti a livello nazionale», dicono dal ministero. E intanto incrociano le dita.

 

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