- L’altro giorno Cristiano Ronaldo ha scansato dal tavolo della conferenza stampa le bottiglie dello sponsor di Euro 2020 e il titolo della Coca Cola ha reagito come era prevedibile quando un’icona globale dello sport segnala che preferisce bere acqua. Ha perso in borsa circa 4 miliardi di dollari.
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L’azienda ha cercato di gestire la crisi dicendo che «ciascuno ha diritto di scegliere le bevande che preferisce». L’inghippo logico è che la Coca Cola normalmente nelle sue comunicazioni non dice che è una questione di preferenze, ma dà giudizi apodittici, stabilisce valori, prende posizioni perentorie su qualunque argomento.
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La Coca Cola si compiace di essere un player morale che ha l’ambizione di distinguere il bene dal male, perciò Ronaldo ha buon gioco a sfidare l’azienda nel campo in cui lei stessa si vanta di operare, quello dei giudizi, della rettitudine, della coerenza, dei valori, della bontà.
Cristiano Ronaldo è quel tipo di brand che con una sola parola fa perdere alla Coca-Cola circa 4 miliardi di dollari. Il fatto è noto: l’altro giorno il calciatore portoghese ha scansato dal tavolo della conferenza stampa le bottiglie dello sponsor di Euro 2020 e il titolo della Coca-Cola ha reagito come era prevedibile quando un’icona globale dello sport segnala che preferisce bere acqua, che almeno dai tempi di Zoolander sappiamo che è il segreto dell’idratazione. Fin qui è l’episodio di un



