Questa mattina la ministra Cartabia ha presentato il testo della relazione tecnica della commissione da lei istituita sul disegno di legge di riforma dell’ordinamento giudiziario. In quella sede, l’obiettivo della ministra era di fissare i tempi di lavoro e comunicare gli esiti del lavoro degli esperti. Il passaggio è quantomai delicato vista la concomitanza di tempi con la presentazione del referendum sulla giustizia di radicali e Lega. Ieri i quesiti sono stati presentati in Cassazione e da luglio inizierà la raccolta firme.

I temi del referendum, tuttavia, rientrano a pieno diritto proprio nel ddl di riforma dell’ordinamento giudiziario, tanto che alcuni di questi sono stati presentati in modo sostanzialmente identico ma sotto forma di emendamenti al testo.

I quesiti referendari sono sei:

  • Abrogazione del vincolo delle firme e permettere così a tutti i magistrati di candidarsi, senza dover sottostare al condizionamento delle correnti.
  • Responsabilità diretta dei magistrati, permettendo, quindi, al cittadino leso nei propri diritti dalla condotta del magistrato di poterlo chiamare in giudizio direttamente.
  • Equa valutazione dei magistrati, abrogando il divieto di voto e di discussione per i membri laici dei consigli giudiziari.
  • Separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri. Il quesito punta a stabilire che il magistrato, una volta scelta la funzione giudicante o quella requirente all’inizio della carriera, non possa più passare all’altra.
  • Limiti della custodia cautelare: il quesito punta a limitare la possibilità di ricorrere alla carcerazione preventiva prima dell’emanazione di una sentenza definitiva di condanna.
  • Abolizione della legge Severino, che ha creato l’automatismo per cui in caso di condanna ad alcune specifiche ipotesi di reato sia comminata anche la sanzione accessoria dell’incandidabilità alla carica di parlamentare, consigliere e governatore regionale, sindaco e amministratore locale.

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