«Da sei settimane mi sveglio e mi addormento con il chiodo fisso, scacciare questa cosa dall’Italia» dice Fabrizio Curcio, nuovo capo della Protezione civile subentrato ad Angelo Borrelli, in un’intervista a Repubblica. «Questa cosa» è un chiaro riferimento alla pandemia, che ha causato oltre 114mila decessi in poco più di un anno nel nostro paese.

Durante l’intervista Curcio interviene anche sull’autonomia regionale in materia sanitaria: «Non credo che quando riavremo le bocce ferme, la fine della pandemia, torneremo a una sanità centralizzata, uno stato che fa tutto». In questo senso, «dobbiamo invertire la prospettiva» dice, «c’è uno stato fatto dal governo romano e dalle Regioni, dalle province e dalle microautonomie. Sono loro a conoscere il territorio, noi abbiamo l’onere di tenere un filo comune, usare un linguaggio valido per tutti» dice il capo della Protezione civile.

La campagna vaccinale

Lo scorso mese Curcio ha ricevuto la prima dose del vaccino targato AstraZeneca, sul quale c’è un senso di sfiducia da parte dei cittadini, ma avverte: «Senza fiducia la più grande vaccinazione di massa mai progettata non si realizza. Un pezzo di paese, purtroppo, ascolta ogni sussurro complottista».

Sul numero delle somministrazioni effettuate in Italia, per ora indietro rispetto ad altri paesi europei, Curcio afferma: «Stiamo crescendo lentamente, ma stiamo crescendo. Siamo arrivati a trecentomila iniezioni al giorno e andremo oltre. La questione è che non ci sono abbastanza vaccini per far girare la macchina al massimo. Andiamo, lo dice il generale Figliuolo, a 315 l’ora, potremmo andare a 600».

Sul capitolo riaperture e il cambio delle categorie prioritarie, il capo della Protezione civili afferma: «Dobbiamo salvare vite, mettere in sicurezza gli anziani e i fragili. Come si può convivere con 358 morti al giorno? Si è diffuso un cinismo della tabella, la conta quotidiana ci fa perdere il senso delle tragedie. Quando avremo messo in sicurezza gli over 80, gli over 70 e anche gli over 60 potremo ragionare su un piano vaccinazioni più flessibile, uscire dalla rigidità anagrafica».

Garantisce la fine della somministrazione dei vaccini agli over 80 per «fine aprile, inizio maggio» e non esclude la somministrazione del vaccino di Johnson & Johnson per «finire il lavoro con questa coorte»

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