Anche la Lombardia è colpita dalla povertà educativa, e adesso con la didattica a distanza sono sorti nuovi problemi: solo il 34 per cento delle famiglie lombarde ha accesso alla banda larga ultraveloce, mentre le scuole nell’area più fornita del comune di Milano – Casoretto-Città Studi - mettono a disposizione 31,7 pc e tablet ogni 100 alunni.

Questi alcuni dei dati elaborati l’osservatorio sulla povertà educativa curato da Openpolis e Con i Bambini e pubblicato nel secondo report “Le mappe della povertà educativa in Lombardia”. Vincenzo Smaldore, di Openpolis, ha spiegato: «Quest'anno - data la fase Covid - ci siamo concentrati su 3 aspetti salienti: accesso digitale, edilizia scolastica e trasporti».

La regione, con oltre 1,6 milioni di minori, è quella con il maggior numero di residenti con meno di 18 anni, inoltre è al terzo posto nel paese per aumento di minori, superata solo da Emilia Romagna e Lazio. Per un territorio con 10 milioni di abitanti, 1.506 comuni, 23.864 kmq, si legge nella nota che lo accompagna, la risposta non può che passare da un approfondimento in chiave locale. «Nessuna media regionale potrà mai restituire divari e disuguaglianze interne a una regione così vasta».

Il Covid-19

«L’emergenza Covid – ha detto il presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi- ha fatto emergere esigenze nuove, come l’importanza di disporre di connessioni domestiche veloci e di dispositivi per seguire la didattica a distanza». Dario Violi, consigliere segretario del Consiglio regionale ha aggiunto che il dato sulla connessione «è inaccettabile». Inoltre, i divari tra città e provincia «sono ancora troppo marcati, anche all’interno di una regione sviluppata come quella della Lombardia». 

Per quanto riguarda l’edilizia, dallo studio emerge che gli edifici edifici scolastici vetusti, con più di 50 anni, sono il 20,4 per cento su base regionale – più di un quinto – un dato che diventa il 35,2 per cento nella provincia di Cremona.

I trasporti pubblici sono stati l’altro tema di cui più si è dibattuto di più per la riapertura delle scuole in costanza di pandemia. Non stupisce che la periferia sia il territorio più penalizzato. I comuni che presentano percentuali più basse di scuole collegate con i mezzi si concentrano agli estremi est e ovest della città metropolitana e nell'area limitrofa al Milano. Fino ad arrivare a nessun collegamento per le scuole di Cesate e Gessate.

Il sottosegretario del ministero dello Sviluppo economico Stefano Buffagni, presidente del Comitato d’Indirizzo del Fondo intergovernativo per il Contrasto della Povertà Educativa Minorile, ha detto: «Il momento storico che stiamo attraversando sta sensibilmente incidendo sulle disuguaglianze sociali pregresse, ma, al tempo stesso, sta facendo emergere nuovi bisogni». Device tecnologici, connessioni ultra-veloci sono necessari per una «didattica maggiormente inclusiva e partecipativa, che lavori per recuperare quei ragazzi a rischio dispersione scolastica oppure con bisogni educativi speciali o disabilità, i quali maggiormente risentono delle limitazioni dovute all’emergenza».

Nell’emergenza Covid, che tra i paesi occidentali ha colpito per prima l’Italia, e la Lombardia in particolare, dichiarano gli autori del report, sono nate nuove sfide nel contrasto alla povertà educativa. Come quelle legate a un processo di digitalizzazione del paese non ancora abbastanza inclusivo. Divari che rischiano di saldarsi con quelli già esistenti, lasciando indietro interi territori. Carlo Borgomeo, presidente di Con i Bambini, ha sottolineato: «La povertà educativa minorile è un fenomeno preoccupante che interessa tutto il paese, non solo le regioni meridionali o le aree con più criticità» 

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