nelle nuove carte i vecchi rapporti tra cosa nostra e neofascisti

Il guanto, bossoli e la targa Nar. I fantasmi del delitto Mattarella

Foto del guanto di pelle marrone, dimenticato dall’assassino a bordo della Fiat 127, e ritratto in una delle fotografie del fascicolo dei rilievi tecnici compiuti il 6 gennaio 1980 dal Gabinetto regionale di Polizia scientifica di Palermo ANSA
Foto del guanto di pelle marrone, dimenticato dall’assassino a bordo della Fiat 127, e ritratto in una delle fotografie del fascicolo dei rilievi tecnici compiuti il 6 gennaio 1980 dal Gabinetto regionale di Polizia scientifica di Palermo ANSA
Foto del guanto di pelle marrone, dimenticato dall’assassino a bordo della Fiat 127, e ritratto in una delle fotografie del fascicolo dei rilievi tecnici compiuti il 6 gennaio 1980 dal Gabinetto regionale di Polizia scientifica di Palermo ANSA

La procura studia ancora i legami tra mafia e neri dietro l’omicidio del presidente siciliano. L’ex prefetto Filippo Piritore ai domiciliari. Per i pm avrebbe depistato la prima inchiesta

Un intreccio nero. Su cui i magistrati della procura di Palermo guidata da Maurizio De Lucia continuano a indagare. Nonostante i terroristi neofascisti Valerio «Giusva» Fioravanti e Gilberto Cavallini siano stati assolti in tutti e tre i gradi di giudizio per l’omicidio del presidente della regione siciliana, Piersanti Mattarella. Oggi i loro nomi spuntano (da non indagati) nelle carte giudiziarie relative ai fatti del 6 gennaio 1980. Nell’ordinanza d’arresto dell’ex prefetto Filippo Piritore si

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