Dopo un riunione ristretta in via Amulio, nella ex sede degli Irriducibili, il gruppo ultras della Lazio, sono arrivati in piazza del Popolo i militanti neofascisti di Forza Nuova. Poco dopo le 23, di domenica 24 ottobre, Giuliano Castellino, il leader romano del partito fondato dall’ex terrorista nero, Roberto Fiore, ha parlato ai giornalisti.

«Ve ne fottere che stanno chiudendo le partite iva, i commercianti, un popolo sta andando alla fame...raccontate la verità, raccontate che di Covid non muore nessuno e che si guarisce facile, non è vero che le terapie intensive sono piene», dice Castellino, che racconta un mondo che non esiste, i dati ufficiali, infatti, descrivono una situazione grave, con i morti che aumentano e ospedali in alcuni territori pieni. E subito dopo rilancia: «State facendo terrorismo criminale nei confronti degli italiani».

Raccontate, incalza il leader neofascista, «poi se ogni tanto qualcuno vi dà due schiaffoni gli fatè prendè pure l’anni». Tradotto in italiano: Giuliano Castellino si riferisce alla condanna a cinque anni che ha incassato poco tempo fa per l’aggressione al cronista Federico Marconi, che si trovava al cimitero del Verano, a Roma, per realizzare un servizio per L’Espresso sui gruppi dell’estrema destra riuniti al Verano per commemorare i «camerati caduti». 

Inizia così,dunque, la protesta organizzata da Forza Nuova, tra complottismo e minacce velate a chi è in piazza per documentare la manifestazione organizzata violando il coprifuoco e senza autorizzazione. Il raduno di oggi segue quello con scontri e violenze di venerdì notte a Napoli, sostenuto anche da Forza Nuova, che ha organizzato l’incontro in piazza del Popolo solidarizzando con le rivolte del capoluogo campano.

Il viceministro dell’Interno Matteo Mauri aveva dichiarato a Domani: «Stiamo seguendo, stanno seguendo la prefettura e la forze dell’ordine». Per sabato notte «tutti livelli di precauzione sono molto alti, come sono da marzo, da quando il ministero dell’Interno ha dato segnale alla prefettura di prestare particolare attenzione a tutto quello che si poteva muovere in questi mondi presupponendo che ci potessero essere tensioni sociali sfruttate da queste realtà». Per questo «siamo tutti allertati e pronti. Anche a Napoli eravamo preparati».

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