- Fabrizio Piscitelli, ucciso con un colpo alla testa il 7 agosto 2019 nel parco degli acquedotti a Roma, zona dove comanda tutto un uomo solo e il suo clan, Michele Senese detto il pazzo.
- Quello che Domani può ricostruire è la convergenza di interessi del cartello criminale che controlla Roma, camorra e ‘ndrangheta, che ha benedetto la ‘fine’ di Piscitelli. A partire da intercettazioni che spiegano questa convergenza.
- «Sta a rompe er cazzo», dice un mammasantissima della mafia calabrese, di stanza sul litorale da decenni.
Il narcotrafficante Fabrizio Fabietti non si fidava più di nessuno. Era terrorizzato a tal punto da convincersi che gli uomini con la divisa della guardia di finanza andati a casa sua per arrestarlo in realtà fossero i killer mascherati da agenti. Era novembre 2019 e quel giorno Fabietti tenta la fuga sui tetti per non farsi prendere. Si nasconde dietro i motori dei condizionatori e aspetta solo di essere giustiziato. Per sua fortuna si sbagliava, erano soltanto finanzieri che lo cercavano per



