Il Covid-19 è stato un punto di svolta per i giovani, ma per il futuro, nonostante la crisi e i giorni di solitudine, a livello internazionale vedono un futuro migliore e si sentono pronti a guadagnarselo: il 51 per cento ha dedicato tempo a informarsi su temi di rilevanza sociale, il 37 per cento sta ripensando a come proseguire negli studi o nella carriera. In Italia il 51 per cento dei ragazzi dice di essere attivo sul piano sociale, a supporto di campagne e movimenti. Il 74 per cento afferma inoltre che la propria generazione sarà meno disposta ad accettare ineguaglianze, rispetto alle precedenti. È questo quello che si legge nelle risposte degli 8.160 ragazzi tra i 16 e 24 anni, intervistati da ViacomCbs Networks in 15 nazioni, Argentina, Australia, Brasile, Cina, Francia, Germania, Italia, Messico, Olanda, Portogallo, Singapore, Sud Africa, Spagna, UK e USA, per la nuova ricerca Beyond 2020: Global Youth, Voices&Futures.

«Beyond 2020 mette a fuoco il bilancio dei ragazzi rispetto ad un 2020 non assimilabile alla sola esperienza del Coronavirus. Ci permette di guardare all’anno trascorso con gli occhi dei giovani italiani e di affacciarci direttamente sul futuro, così come lo immaginano» ha detto Morena D’Incoronato, Vice president Research & Portfolio Strategy di ViacomCbs Networks Italia. In Italia, la ricerca rientra nel quadro dell’Osservatorio Giovani e Futuro di MTV che dal 2013 racconta e analizza il punto di vista dei giovani italiani.

Rispetto ai coetanei nel mondo, «i 16-24enni italiani hanno espresso un senso di insicurezza maggiore e amplificato da una situazione socio-economica già compromessa dalla pandemia». Anche se sono «fortemente disillusi rispetto alla possibilità di realizzarsi in Italia, guardano con ottimismo alla ‘community’ globale dei giovani, confidando nella capacità di fare massa critica sul piano internazionale, come dimensione in cui realmente valorizzare i propri talenti».

Stress, ambiente e diritti

La salute mentale è stato uno dei temi che hanno guadagnato attenzione durante il Covid-19. Il 45 per cento del panel internazionale si sente stressato più che in passato (nel 2017 era il 38 per cento) e il 49 per cento dei ragazzi italiani, quasi uno su due, si sente colpito da questo problema. In Italia per l’89 per cento del campione il Covid è stato l’evento più dirompente del 2020. A livello mondiale tra lauree online e feste di compleanno senza amici, i ragazzi hanno sentito la mancanza dei momenti di aggregazione legati all’educazione (il 41 per cento), specificamente delle lauree (13 per cento), e persino degli eventi e cerimonie familiari (44 per cento).

Ma il 73 per cento degli oltre ottomila intervistati dice che quest’anno è stato colpito da altro rispetto al Covid. Per il 52 per cento si è trattato della campagna Black Lives Matter, per il 42 per cento del cambiamento climatico, per 12 per cento degli eventi legati al terrorismo. Anche in Italia, il 51 per cento degli intervistati segnala come eventi cruciali anche il razzismo/George Floyd, il 42 per cento i disastri naturali e il 30 per cento gli eventi politici.

A livello internazionale ambiente, economia, uguaglianza di genere, criminalità e razzismo ‘di sistema’ saranno le priorità su cui lavorare da qui al 2030 a livello internazionale. Nei prossimi 10 anni, i ragazzi confidano in cambiamenti positivi per quanto riguarda l’ambiente (61 per cento), l’uguaglianza di genere (61 per cento) e la sfera economica (60 per cento).

Per i ragazzi italiani, in cima alla lista figurano, invece, ambiente, razzismo ed economia. Rispetto ai coetanei europei e internazionali, sperano che ci siano dei cambiamenti sul fronte dell’ambiente (71 per cento, 13 punti per cento al di sopra dei ragazzi europei), delle opportunità lavorative (64 per cento, +17 punti  per cento vs l’Ue) e della criminalità (64 per cento, +12 punti per cento rispetto l’Ue); ma anche sul piano dei diritti con il riconoscimento della diversità (50 per cento) e dei diritti Lgbtqia+. Sperano che diminuiranno la povertà (57 per cento) e il terrorismo (57 per cento).

È sui singoli individui e sulle aziende che, secondo i giovani, ricadrà in futuro la responsabilità di cambiare le cose: l’80 per cento del panel internazionale vede per sè un coinvolgimento attivo nel creare una società più equa, il 74 per cento crede che il razzismo in futuro sarà meno diffuso e l’83 per cento si aspetta che anche le aziende prendano posizione contro l’ingiustizia sociale.

I politici dovranno fare la loro parte. In Italia il 75 per cento pensa che i politici saranno più responsabili anche se la corruzione continuerà ad essere un problema per l’83 per cento dei ragazzi. Solo l’Argentina evidenzia livelli di sfiducia più alti (85 per cento).

Il futuro

L’82 per cento del panel internazionale dice di aver dovuto stravolgere i propri piani nel 2020, il 93 per cento pensa che dovrà impegnarsi molto per raggiungere i propri obiettivi, ma nel 55 per cento dei casi confida in cambiamenti positivi nei prossimi 10 anni.

In Italia il 66 per cento degli intervistati crede che il futuro possa cambiare in meglio (50 per cento media Ue), anche se non sa cosa accadrà (77 per cento vs 70 per cento media Ue). Non sono degli illusi, anzi. Si sentono consapevoli del gap esistente tra realtà e aspettative. Solo il 18 per cento crede avverranno cambiamenti positivi in fatto di criminalità e di riduzione della povertà, il 33 per cento relativamente alle diseguaglianze di genere. Meno dell’Europa. Vedono problemi di natura finanziaria in futuro, con livelli di disoccupazione più alti (53 per cento).

Le aspirazioni personali restano più o meno sempre le stesse. I giovani italiani sperano, per il prossimo futuro, di riuscire a combinare realizzazione personale e stabilità economica: quindi un lavoro stabile, ma senza rinunciare alla libertà di decidere in autonomia (14 per cento) e di essere a proprio agio con se stessi (20 per cento). Per quanto riguarda le relazioni, stare insieme in presenza continuerà ad essere importante (84 per cento). Ovviamente lo sarà anche l’amore, anche se le relazioni romantiche nasceranno sempre più online (57 per cento dato Italia). Il futuro non sarà rosa, ma i giovani italiani sono combattivi. il 71 per cento si sente preparato a fronteggiare le difficoltà, più dei coetanei europei.

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