Doppie nomine con il trucco, le poltrone spaziali dell’Asi

L’Agenzia spaziale italiana ha un ruolo importantissimo. Deve rispondere, per parafrasare le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alle «sfide» poste all’Italia dalle «crescenti minacce che derivano da un uso spregiudicato del dominio spaziale». L’Asi, insomma, è l’ente pubblico che ha questo compito, oltre a quello di preparare e attuare la politica spaziale italiana in accordo con le linee guida del governo. Sull’Agenzia, per legge, deve vigilare il Comint: il Comitato interministeriale delle politiche spaziali creato nel 2018 dall’attuale ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti e oggi presieduto dal numero uno del ministero delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso. A voler dare credito ad alcune interrogazioni parlamentari, però, i controlli, sembrano latitare. E così senza troppo clamore ci sono stati aumenti delle retribuzioni in capo ai vertici dell’Asi, così come sono state firmate delibere sugli incrementi degli stipendi, e sono state fatte nomine per affidare incarichi a fedelissimi. Tutto ciò senza che il Comint dicesse nulla. Eppure è il comitato che sull’Agenzia ha obblighi di controllo. Incarichi Da quanto risulta a Domani, c’è un caso in particolare che sta creando parecchio malumore dentro l’Agenzia: riguarda il personale in quiescenza all’interno del Consiglio di amministrazione. Si tratta di due consiglieri, Elda Turco Bulgherini (che ricopre la carica di vicepresidente di Asi) e Marco Lisi, nominati rispettivamente dal ministero delle Imprese e da quello per gli Affari esteri. Sia Turco Bulgherini, già ordinaria di Diritto alla navigazione all’Università di Roma Tor Vergata, sia Lisi, inviato speciale della Farnesina, hanno un incarico a titolo gratuito, stando al documento sui compensi di marzo 2025. La legge impone infatti che gli incarichi direttivi o di governo assegnati al personale in pensione possano durare due anni a patto che siano a titolo gratuito. Ed è sul denaro che l’imbarazzo all’Asi si fa serio. Perché è vero che oggi entrambi i consiglieri non sono pagati dall’Agenzia, ma dal documento sui compensi annui relativo al 31 marzo 2024 emerge che percepivano un emolumento di poco meno di 26mila euro. A quella data, tuttavia, Turco Bulgherini risultava già in pensione (è stata docente universitaria fino all’anno accademico 2020-2021, come risulta dal curriculum aggiornato al 2022) e la stessa cosa vale per Lisi: al 31 marzo 2024 percepiva l’emolumento ma dalla dichiarazione dei redditi del 2023, riferita al periodo di imposta dell’anno precedente, risultava già in pensione. Il che ha creato non pochi mugugni oltreché il sospetto che qui compensi fossero illegittimi per via della norma che prevede la gratuità dell’incarico se si tratta di professionisti in pensione. Ora non è chiaro se le cifre siano state restituite dai diretti interessati. Secondo quanto risulta a Domani sì, ma sul punto l’ufficio stampa non ha saputo rispondere con precisione. Urso ha perso la guerra sulle nomine di Condotte Di certo oggi non lo percepiscono più. Ma il giallo non finisce: hanno comunque ottenuto un compenso di circa 53mila euro per il triennio 2024-2026 grazie alla delibera numero 135 dell’anno scorso firmata dal presidente di Asi, Teodoro Valente. In pratica hanno incassato «due incarichi di collaborazione ai componenti della Task Force per l’elaborazione di possibili scenari di gestione operativa del sistema Iride». Per qualcuno il conferimento dell’incarico, a decorrere dall’1 ottobre 2024 fino al 31 dicembre 2026, sarebbe un modo per “aggirare” la normativa sul personale in quiescenza e, dunque, i limiti di retribuzione e di durata delle nomine. In base a quanto risulta a Domani, sarebbero state anche avviate – dai partiti d’opposizione – delle istruttorie informali per chiarire i contorni della vicenda. Il risultato? Tutto lecito, dal punto di vista normativo. Il progetto Iride, dedicato alla realizzazione di un sistema satellitare per l'osservazione della Terra, è infatti finanziato con risorse Pnrr. E la norma sul personale in quiescenza, che disciplina la gratuità degli incarichi e fissa la loro durata a due anni, può essere derogata, proprio se si tratta di incarichi conferiti nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza fino al 31 dicembre 2026. Problema risolto, dunque. Al di là del rispetto formale delle norme, resta la questione di opportunità di queste nomine: perché coinvolgere nel progetto Iride i due membri del Cda dell’Agenzia spaziale italiana che prestano servizio a titolo gratuito e non altri componenti? L’Autorità delegata a vigilare sull’ente, il ministero del meloniano Urso, ha preso in carico la questione? Dall’ufficio stampa dell’Agenzia fanno solo sapere che «la scelta è ricaduta sulla vicepresidente e sul consigliere in quanto persone qualificate». Il cda, oltre a Turco Bulgherini, Lisi e al presidente Valente, conta altri quattro componenti, designati rispettivamente dal ministro Urso, dal ministro dell’Università e della Ricerca, da quello degli Esteri, dal Mef e dal ministro della Difesa, Guido Crosetto. Quest’ultimo, ad esempio, ha nominato Luisa Riccardi, già vice segretaria generale del dicastero da lui diretto. Altro ingresso, al posto di un consigliere dimissionario, è invece quello di Stefano Arcifa, nominato con decreto del ministro delle Imprese il 16 gennaio 2025. Arcifa, in carica fino al 13 giugno del 2027, è una vecchia conoscenza di Urso: in passato suo avvocato, da giugno è a capo dell’Aero club d’Italia e siede nel cda di Enav, la controllata del Mef dei servizi alla navigazione aerea civile. Stipendi Nel frattempo un’altra questione, sembra essere stata superata da una recente sentenza della Corte costituzionale. Nei mesi scorsi, il tema dell’aumento delle retribuzioni da parte dei vertici dell’Agenzia spaziale italiana aveva destato qualche perplessità: il direttore generale dell'Asi, Luca Vincenzo Maria Salomone, era stato assunto il 14 novembre 2023 con uno stipendio lordo annuo di 264mila euro. A soli due mesi dalla nomina, la sua retribuzione era stata ricalcolata a 337mila euro annui, superando di 82 mila euro il limite massimo fissato per il 2024 a 255 mila euro. Anche il presidente Valente dell'Agenzia aveva beneficiato di un aumento: da un compenso iniziale di 119mila euro lordi annui si è passati a 210mila euro annui. E incrementi consistenti avevano riguardato anche gli organi di controllo e i membri del consiglio di amministrazione, tra gettoni di presenza, indennità di direzione e compensi accessori. Così la parlamentare Marianna Ricciardi del Movimento Cinque Stelle a maggio scorso si era rivolta direttamente al ministro Urso: «Il limite massimo di compenso annuo onnicomprensivo per amministratori, dirigenti e dipendenti delle pubbliche amministrazioni non può eccedere euro 240mila annui, al netto delle rivalutazioni Istat previste e al lordo degli oneri previdenziali e fiscali. Perché il ministro non ha attivato i suoi poteri di vigilanza per garantire il rispetto delle norme che prevedono il tetto massimo di euro 240mila annui quale compenso per i manager pubblici, consentendo che al direttore generale dell'Asi venisse firmato un contratto dal valore complessivo raggiungibile pari a euro 337.912,51?». La risposta era arrivata tramite la sottosegretaria ai Rapporti col Parlamento Giuseppina Castiello che aveva rassicurato sulla correttezza degli incrementi e sul fatto che «il governo continuerà a vigilare e a dare gli indirizzi strategici all’Agenzia, sin qui dimostratisi estremamente efficaci». All’indomani della pronuncia della Consulta che ha dichiarato incostituzionale il tetto di 240mila euro per gli stipendi nel settore pubblico il caso sembra comunque chiuso. Tradotto: gli incrementi retributivi permangono. Ma resta l’imbarazzo soprattutto davanti ai tagli, a leggere la relazione di Bilancio del governo, che Palazzo Chigi ha disposto per il Fondo per il finanziamento dell’Agenzia. Sembrano, perciò, cadute nel vuoto le parole del capo dello Stato sull’importanza di avere un’Agenzia spaziale competitiva.