Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha fatto il punto sulla situazione del piano vaccinale e ha criticato duramente coloro che hanno “saltato la fila”, cioè hanno ottenuto una dose di vaccino senza averne diritto. A proposito del ministro della Salute Roberto Speranza, molto criticato dal segretario della Lega Matteo Salvini, Draghi ha detto: «Ho voluto io Speranza nel governo e ne ho molta stima».

Furbetti e regioni

Nella conferenza stampa, Draghi ha insistito molto sulle vaccinazioni a persone non anziane. «Ciò che non vogliamo sono platee che si allarghino, soprattutto a persone e operatori che non sono in prima linea. La responsabilità non è delle regioni o del governo, è di tutti». Draghi ha invece difeso l’operato delle regioni, considerate da molti tra i principali responsabili della lentezza delle vaccinazioni tra i più anziani.

«Sono molto incoraggiato dal clima di collaborazione che c'è anche sulle vaccinazioni», ha detto il presidente del Consiglio. Il governo sta «lavorando molto bene con le regioni» con le quali c’è un «clima di cooperazione».

Riaperture

Draghi ha parlato a lungo anche delle riaperture, ribadendo che al momento non è possibile fornire una data precisa poiché tutto dipenderà dall’incidenza dei contagi. Ha però aggiunto che uno dei criteri che andranno considerati è la percentuale di vaccinati tra le categorie più a rischio. «Vaccinare persone più esposte è dovere, ma è anche interesse delle regioni, perché così potranno riaprire in sicurezza».

A proposito degli scontri avvenuti ieri a Roma tra polizia e gruppi di ristoratori ed estremisti di destra, Draghi ha detto: «Sono consapevole della disperazione, la violenza va condannata, ma capisco completamente il senso di smarrimento e alienazione in questa situazione di limitata mobilità e limitata interazione sociale».

AstraZeneca, che succede?

Mercoledì, l’autorità farmaceutica europea (Ema) ha annunciato che esiste un possibile collegamento tra il vaccino AstraZeneca e l’insorgenza di una rara forma di trombosi tra le persone con meno di 60 anni. In risposta, i tecnici e il ministero della Salute, d’accordo con regioni ed enti locali, hanno deciso di adottare un approccio morbido: da ieri il vaccino AstraZeneca è «raccomandato» per un «uso preferenziale nelle persone con più di 60 anni d’età».

Questo significa che il suo utilizzo non è vietato alle persone più giovani, ma solo sconsigliato. Come ha scritto il direttore della prevenzione del ministero della Salute Giovanni Rezza in una circolare inviata alle regioni: «Il vaccino Vaxevira (il nome ufficiale del vaccino AstraZeneca, ndr) è approvato a partire dai 18 anni d’età».

Per questa ragione, chi ha ricevuto una prima dose di AstraZeneca, anche se ha meno di 60 anni d’età, potrà ricevere un richiamo con lo stesso vaccino.

Le regioni

Per il momento, le raccomandazioni del governo lasciano ampi margini alle regioni e alle province autonome per organizzarsi come ritengono meglio. La provincia autonoma di Trento, ad esempio, ha annunciato che gli under 60 già prenotati per vaccinazioni AstraZeneca riceveranno invece il vaccino Pfizer e che «qualora questo non sarà possibile» per mancanza di dosi «le somministrazioni dovranno essere rinviate».

La Lombardia ha iniziato ieri le vaccinazioni della fascia d’età 70-79, che saranno effettuate con AstraZeneca, ma il direttore generale del Welfare della regione, Giovanni Pavesi, ha detto di avere ancora dubbi su come gestire i casi più delicati. «Se oggi si presenta un 70-75 enne e rifiuta AstraZeneca, non so come dobbiamo comportarci, ci stiamo pensando».

Diverse regioni denunciano rinunce alla prenotazioni, incertezza e preoccupazione dei pazienti riguardo al vaccino AstraZeneca. Ma è ancora presto per avere un quadro completo. Le vacanze di Pasqua hanno probabilmente influenzato l’afflusso di persone ai centri vaccinali e servirà ancora qualche giorno per avere il polso della situazione.

Il Lazio, una delle regioni che hanno vaccinato il numero più alto di anziani, ha annunciato che da questa sera i 62enni e i 63enni potranno prenotarsi per ricevere il vaccino AstraZeneca.

Draghi ha anche detto che il governo intende mettere ordine in questa situazione e che a breve il commissario all’emergenza Covid-19, generale Francesco Figliuolo, «uscirà con una direttiva» per aiutare le regioni a gestire le novità emerse sul vaccino AstraZeneca. Draghi però ha specificato di non conoscere né il contenuto della direttiva né il momento esatto in cui sarà pubblicata.

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