A sinistra il braccio destro di Matteo Salvini nel Lazio nonché uomo di governo, Claudio Durigon. A destra il professionista amico dei boss di Latina, Natan Altomare, organizzatore delle serate elettorali per lui e la Lega durante la campagna elettorale 2018. La foto ottenuta da Domani conferma il rapporto stretto tra i due, emerso dalle chat pubblicate il 30 aprile scorso. Chat su incarichi di governo, scambi di cortesie per «trovare i biglietti» delle partite di serie A, feste pagate in campagna elettorale. Più di una semplice conoscenza, quindi, tra l’uomo sospettato di essere vicino al gruppo criminale dei Di Silvio, egemone nella provincia pontina, accusato di sequestro di persona, e il sottosegretario all’Economia del governo Draghi. Il profilo di Altomare è tracciato anche in un verbale finora inedito di un collaboratore di giustizia che rivela il suo attivismo alle comunali di Terracina nel 2016, due anni prima delle elezioni che hanno incoronato Durigon re della Lega di Latina.

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La foto è solo l’ultimo imbarazzo provocato da Durigon a un pezzo del suo partito che sarebbe pronto a sacrificarlo per archiviare polemiche e ombre. Prima la notizia della campagna elettorale sostenuta dal professionista vicino ai clan; poi la sparata del sottosegretario registrata dalle telecamere di Fanpage sul generale della Finanza piazzato dalla Lega per affossare le inchieste sui 49 milioni; infine l’offesa alla memoria dei giudici uccisi dalla mafia, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ai quali è dedicato un parco di Latina, che secondo Durigon dovrebbe tornare a essere il parco “Arnaldo Mussolini”. Dopo quest’ultima uscita molti ne chiedono le dimissioni. Ora la foto alimenta nuovi sospetti sul sostegno ricevuto da personaggi legati ai boss.

Il boom di voti a Latina

Lo scatto risale ad aprile 2018. Durigon era appena stato eletto alla Camera, con la Lega che a Latina è secondo partito con oltre il 17 per cento. Con le trattative per il governo in corso, Durigon si ritrova a un pranzo con Altomare a Sabaudia, sul litorale laziale. Il sottosegretario non ha risposto alle richieste di commento sul pranzo. Sul rapporto con il professionista vicino ai clan, invece, Durigon aveva confermato: «Altomare condivideva la nostra stessa passione politica e ci siamo ritrovati nella campagna elettorale… alle feste ho solo partecipato, non conosco i dettagli». I dettagli sulla campagna elettorale del 2018 in possesso di Altomare sono al vaglio della squadra mobile della polizia. I messaggi tra lui e il sottosegretario (non indagato), le foto dei pranzi a Sabaudia, le informazioni sui buffet e musica pagati per le feste elettorali di Durigon e del partito, in un locale – lo Chaletcafe – gestito dal professionista.

I contatti tra il politico e l’uomo vicino ai clan arrivano fino a maggio, per poi interrompersi a ridosso della nomina a sottosegretario nel primo governo Conte. Solo a quel punto Durigon abbandona l’amico, di cui conosceva il passato.

«Durigon mi conosceva, sono un professionista con un passato in Forza Italia», dice Altomare, «per questo mi aveva chiesto una mano per racimolare voti, in cambio avrei potuto ottenere un incarico regionale nella sanità così da riabilitarmi dopo la vicenda giudiziaria da cui sono uscito pulito». Dopo l’elezione, Durigon ha organizzato un pranzo a Roma «per ringraziarmi e per ribadire che mi avrebbe tenuto in considerazione», precisa Altomare. Riabilitarsi da cosa? Dall’inchiesta antimafia, dalla quale è poi stato prosciolto. Quella in cui parla direttamente con il capo supremo del clan Costantino Di Silvio, detto Cha Cha. Contatti, ha assicurato Altomare, avvenuti solo per difendere un cugino vessato.

Il pentito e Altomare

Natan Altomare è stato coinvolto, poi prosciolto, in un’inchiesta per i rapporti con il clan Di Silvio, feroce gruppo della mafia locale. Nel 2020 è colpito da una nuova indagine della procura antimafia di Roma su un sistema imprenditoriale che non si faceva scrupolo di affidarsi anche al braccio violento dei Di Silvio. È accusato di un sequestro di persona avvenuto a maggio 2018: in quegli stessi giorni Altomare parlava con Durigon via chat.

Un profilo di Altomare lo traccia il collaboratore di giustizia Riccardo Agostino, ex uomo del clan Di Silvio. L’episodio rivelato dal pentito è del 2016, due anni prima delle elezioni politiche in cui Durigon è stato eletto anche grazie al sostegno di Altomare, che, secondo il pentito, proponeva all’epoca «l’acquisto di voti tramite me e il gruppo Di Silvio... per le elezioni di Terracina fu Altomare a farmi conoscere il candidato che mi diede 10mila euro... Altomare ci presentò come malavita, dovevano acquistare voti e garantire l’affissione indisturbata di manifesti». Altomare si difende: «Agostino l’avrò visto una volta».

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