La polizia tedesca ha effettuato un blitz negli uffici della Deutsche asset & wealth management (Dws) e della Deutsche Bank, nell’ambito di un’indagine che ruota intorno alle accuse di greenwashing.

Le accuse

Nelle perquisizioni sono stati coinvolti circa 50 agenti che hanno interrogato alcuni dipendenti delle società. Nei mesi scorsi la BaFin (l’ente regolatore tedesco) ha avviato un’indagine nei confronti della Dws dopo alcune dichiarazioni di un’ex dirigente dell’azienda, Desiree Fixler.

Agli inquirenti Fixler ha affermato che la società ha fatto dichiarazioni fuorvianti nel suo bilancio annuale del 2020, dove ha sostenuto che più della metà dei 900 miliardi di dollari di patrimonio del gruppo sono stati investiti scegliendo la destinazione in base a criteri ambientali, sociali e di governance. L’ex dirigente, già licenziata nel 2021, ha detto agli inquirenti che il sistema di gestione del rischio Esg (ovvero i fattori centrali nella misurazione della sostenibilità di un investimento) della società non fosse rispettato e di averlo riferito al cda della Dws già nel novembre del 2020.

L’ufficio del procuratore di Francoforte ha reso noto che la perquisizione è stata «avviata in seguito alle notizie diffuse dai media internazionali e nazionali secondo cui il fondo d’investimento Dws, nel commercializzare i cosiddetti “prodotti finanziari verdi”, li avrebbe venduti come “più sostenibili” di quanto non fossero in realtà». Dopo le verifiche «sono emerse prove fattuali sufficienti che, contrariamente a quanto dichiarato nei prospetti di vendita dei fondi Dws, i fattori Esg non sono stati affatto presi in considerazione in un gran numero di investimenti», ha aggiunto la procura.

La difesa

«Abbiamo sempre collaborato pienamente con tutti i regolatori e le autorità competenti su questa questione e continueremo a farlo», ha scritto in un comunicato la Dws. Secondo quanto riporta il Financial Times la Deutsche Bank possiede poco meno dell’80 per cento della Dws e non rientra nelle accuse di greenwashing. Tuttavia è stata oggetto di perquisizioni perché condivideva con la Dws alcuni sistemi informatici.

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