È morto a 78 anni Franz Beckenbauer, leggenda del calcio tedesco. Campione del mondo con la Germania nel 1974, da allenatore aveva vinto il Mondiale del 1990 che si è giocato in Italia.  

Per anni è stato uno dei difensori più forti al mondo giocando nel Bayern Monaco, con cui ha vinto cinque campionati tedeschi, tre Coppe dei campioni e quattro coppe nazionali. Dopo la carriera calcistica ha intrapreso la vita da allenatore a partire dal 1984 sedendo sulle panchine della Germania Ovest, l’Olympique Marsiglia e il Bayern Monaco.

A titolo personale ha vinto anche due palloni d’oro uno nel 1972 e uno nel 1976, un premio che è stato consegnato a pochi difensori nella storia del calcio. Beckenbauer, soprannominato il Kaiser, ha esordito inizialmente come mediano, per poi affermarsi diventare difensore centrale.

Nel dicembre 2020 è stato inserito nel Dream Team del Pallone d’oro in qualità di miglior difensore centrale di tutti i tempi.

Lontano dai campi di calcio ha assunto ruoli dirigenziali prima nella sua squadra di tutta la vita, il Bayern Monaco, poi come vicepresidente nel 1998 della Federazione calcistica della Germania. 

Tra le sue frasi più famose se ne ricorda una in particolare: «Non vince chi è più forte, ma chi vince è il più forte». Negli ultimi anni Beckenbauer aveva sofferto di gravi problemi di salute e si era ritirato dalla scena pubblica. Viveva in Austria, a Salisburgo. In una nota la sua famiglia ha chiesto un momento di privacy nel lutto: «È con profonda tristezza che vi informiamo che mio marito e nostro padre Franz Beckenbauer si è addormentato serenamente ieri, domenica, circondato dalla sua famiglia. Vi chiediamo di piangere in silenzio e di astenervi dal fare domande».

Reazioni

Tante leggende del calcio hanno espresso un messaggio di cordoglio dopo aver appreso la notizia. «Oggi è un giorno triste per il mondo del calcio. Perdiamo una leggenda del nostro sport. Grandissimo da calciatore e poi anche da allenatore. Dispiace di più perché era ancora abbastanza giovane, anche se sapevo che era malato da un po' di tempo. È una grande tristezza, siamo tutti più poveri», ha detto all’Adnkronos l’ex allenatore del Milan e della Nazionale italiana Arrigo Sacchi. 

«Di Beckenbauer ho un ricordo in particolare, di averci giocato contro la Germania a Roma, pareggiammo. Alla fine lui si lamentò che l'erba era troppo corta e non riusciva a calciare bene di mezza punta, come calciava lui. Mi rimase sempre dentro questo aneddoto, era un perfezionista», ha invece commentato Fabio Capello a LaPresse. «Come persona l'ho incontrato così, senza parlarci. Come giocatore, ha vinto due volte il pallone d'oro da difensore, ho detto tutto. Se ne va uno dei grandissimi del calcio».

«Il mio ricordo del grande 'Kaiser' è un ricordo messicano, quando allo stadio Azteca siamo riusciti a battere la grande Germania ai supplementari. Era la partita del secolo e lui era il regista in assoluto, quello che dettava i tempi. Era il vero capitano in campo, il vero uomo squadra. E' nell'olimpo dei più grandi di tutti i tempi, per noi in quel periodo lo era», ha detto Roberto Boninsegna.

«Campione del mondo come giocatore e allenatore: Franz Beckenbauer è stato uno dei più grandi calciatori tedeschi e per molti il Kaiser - anche perché ha ispirato entusiasmo per il calcio tedesco per generazioni. Ci mancherà. I miei pensieri sono con la sua famiglia e i suoi amici», ha detto invece il cancelliere tedesco Olaf Scholz.

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